Abstract:
Questa tesi di dottorato si propone di affrontare in maniera critica un caso preciso: la biografia, la produzione letteraria e l’ideologia di Elizaveta Ivanovna de Vitte (1833 – probabilmente 1915). La disamina dell’archivio letterario di questa autrice offre non solo la possibilità di riflettere sull’evoluzione delle idee panslaviste nella Russia zarista a ridosso del suo collasso, ma dà anche testimonianza della graduale presa di posizione delle donne nella società russa a partire dalla seconda metà del XIX secolo. Grazie a un sempre più ampio accesso all’istruzione molte donne iniziano a far sentire la propria voce prendendo parte attivamente ai mutamenti di ordine culturale, sociale e politico. La ricerca punta a mettere in luce l’eccezionalità, per consapevolezza e spirito critico nei confronti della realtà a lei contemporanea, del caso de Vitte. Partendo dall’esperienza acquisita presso tre diversi ginnasi femminili (Tbilisi, Kovno e Kiev), la pedagoga, a contatto con etnie non russe e confessioni religiose non ortodosse, maturerà l’esigenza di definire su quali elementi fondare un’istruzione adeguata che formi all’‘ortodossia’, non solo religiosa ma anche politica. Spinta poi dal desiderio di definire e mappare l’identità slava anche oltre le frontiere, Elizaveta de Vitte intraprenderà caparbiamente una serie di viaggi tra il 1902 e il 1911 per osservare e studiare le comunità slave distribuite entro i confini dell’Austria-Ungheria. Attraverso la pubblicazione di una serie di resoconti di viaggio l’autrice tenterà di restituire e divulgare le informazioni raccolte oltrefrontiera nonostante la marginalità degli spazi riservati alle sue opere.