Abstract:
Il concetto di patrimonio culturale ha subito, nel corso dei secoli, una serie di rivoluzioni semantiche senza perdere, però, le sfumature ambigue e addirittura paradossali che in un certo senso lo contraddistinguono.
L'evoluzione del termine ha permesso l'ampliamento dei suoi confini: non si tratta più di un bene circoscritto e appartenente ad un singolo o a un gruppo ristretto di individui, bensì abbraccia la totalità delle persone. Si instaura, quindi, un rapporto tra patrimonio e società, che si fa sempre più serrato e inclusivo.
Di conseguenza, diventa fondamentale il cambiamento in corso del ruolo del museo, tramite il quale ne viene garantita la conservazione e la valorizzazione, ma soprattutto la fruizione sempre più allargata da parte del pubblico.
La domanda di riferimento alla quale si cerca di rispondere è dunque: quale rapporto intercorre oggi tra i nuovi pubblici, il patrimonio culturale e le istituzioni museali?
L'intenzione, innanzitutto, di definire questi nuovi pubblici e le esigenze che li caratterizzano, focalizzandosi, in particolare, sul ruolo che gioca all'interno del museo la sezione della didattica nei loro confronti. L'educazione museale, infatti, è uno strumento di fondamentale importanza quando si parla di accessibilità, accoglienza e inclusione indiscriminata.
Il lavoro si concentrerà quindi sull'analisi del caso specifico Mart di Rovereto, scelto per l'esperienza di stage svolta all'interno e per le interessanti attività diversificate organizzate dall’area didattica in riferimento ai nuovi pubblici e alle loro richieste.