Abstract:
Il contesto storico, se composto da una successione di avvenimenti politico-sociali di grande portata, condiziona la vita collettiva, sconvolge le coscienze e scaturisce reazioni.
Negli ultimi secoli, l’arte e la vita divengono inscindibili, un unicum inseparabile. La pratica artistica si serve di figure retoriche per divulgare riflessioni profonde.
L’arte, all’interno della società, ha ricoperto ruoli differenti durante il corso del tempo: celebrativi, propagandistici, consolatori, riflessivi e militanti.
In concomitanza con grandi sconvolgimenti di ogni genere, le strutture interne al linguaggio artistico, fatte di intenti, modalità e regole, subiscono alterazioni.
Data la vastità dell’argomento vengono presi in considerazione alcuni casi, dalla fine del Settecento ai giorni nostri, nei quali l’arte ha tentato di innescare forze trasformatrici nella società. Il periodo storico in questione è denso di avvenimenti condizionanti: l’artista ne risente e reagisce sviluppando un proprio linguaggio.
Il discorso inizia con Courbet e con i suoi tentativi di democratizzare l’arte, prosegue poi con il concetto di “avanguardia” ed il suo evolversi nel tempo: da forma contestativa e rivoluzionaria finisce per essere istituzionalizzata.
La seconda parte della tesi si focalizza su alcuni esponenti dell’arte contemporanea, i quali, tramite filtri e modalità differenti, esprimono pensieri individuali che risultano significativi anche a livello collettivo.
Da Kiefer, a Salcedo, a Boltanski si riscontra un impegno comune nel voler raccontare un vissuto e un presente nel quale l’elemento “memoria” è chiave interpretativa.