La Cronicha dela nobil cità de Venetia et dela sua provintia et destretto (origini-1458) è conservata in una copia del XVI sec. nel manoscritto della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia It. VII, 794 (=8503) e racconta la storia di Venezia dalle origini al 1458. Il suo autore principale è Giorgio Dolfin (1396-1458), appartenente ad una delle maggiori famiglie del patriziato veneziano, ma contiene anche interventi del figlio Pietro e di Andrea e Nicolò Gussoni, successivi possessori del codice in cui è contenuta. La cronaca è rimasta inedita fino ai nostri giorni, pur costituendo una delle fonti principali per l’opera di Marin Sanudo il giovane (1466-1536), in particolare per la parte in cui si si dilunga ad elencare e spiegare le magistrature che riescono a garantire a Venezia il buon funzionamento dello Stato. Il punto di vista del Dolfin è profondamente religioso e mira a mettere in luce i Veneziani come “veri et boni Christiani” e la loro indipendenza politica ed amministrativa. Gli episodi relativi alle vicende del doge Francesco Foscari (1423-1457) sono raccontate in modo più accorato e commosso, sia perché contemporanee all’autore, sia perché i Dolfin erano legati da vincoli di parentela al doge.
A copy (XVI cent.) of a work entitled La Cronicha dela nobil cità de Venetia et dela sua provintia et destretto is preserved in the ms. It. VII, 794 (=8503), located at the Biblioteca Nazionale Marciana of Venice. The text documents the history of the city from its origins up to 1458. Its main author is Giorgio Dolfin (1396-1458), member of one of the most important Venetian aristocratic families; other contributors are Dolfin’s son Pietro, and Andrea and Nicolò Gussoni, the later owners of the volume containing the Cronicha. The chronicle remained unpublished up to the present day, although it represents a key source in the analysis of the work of Marin Sanudo the Younger (1466-1536), especially in regards to his digressions on number and inner workings of those Venetian judicial institutions assuring the good functioning of the Serenissima. Dolfin’s point of view is a profoundly religious one, aiming to represent Venetians as “veri et boni Christiani” and at the same time to celebrate their political and administrative independence. The events in the time of doge Francesco Foscari (1423-1457) are narrated in a truly passionate and affected manner, not only because the author and the Doge lived in the same period, but also because their two families were also related.