La tesi si concentra sulla messa in evidenza di una ricorrente struttura aporetica all'interno della scrittura derridiana. La ritenzione di una potenziale contraddizione non risolta diviene l'elemento chiave che dischiude e al contempo mette in relazione le rivendicazioni filosofiche della decostruzione; tale interpretazione ha origine nella convinzione che la portata ontologica al cuore dell'approccio decostruzionista risieda nella volontà di preservare l'aporetico e il contraddittorio all'interno di qualsiasi struttura concettuale (passata o contemporanea), a partire dall'utilizzo di un lessico e di uno stile che li mettano in risalto. Investigando la supposta fragilità e polivalenza concettuali del pensiero derridiano, mia intenzione è fornire un fertile terreno di discussione per confrontare la decostruzione con il suo principale interesse: un mondo in cui il costante scontro tra tensioni opposte e inconciliabili si rende pressante e imprescindibile per il pensatore contemporaneo, e in cui tali tensioni si rivelano essere la condizione di possibilità stessa della creatività, della relazione all'alterità e alla libera azione.
The aim of this thesis is to suggest a reading to turn the apparent aporetic impediment that Derrida stresses in his rhetorical choices into a constructive dynamic approach to the classic antinomies philosophy has always perpetuated, in order to highlight how his linguistic inventions mean much more than an obstinate insubordination to tradition, but stand for an entirely regenerated access to speculative thought. By investigating the supposedly conceptual fragility and polyvalence of Derrida's claims, I intend to provide the ground to discuss a possible approach to a world where the restless ontological clash of opposites has been proven to be the condition of possibility of creativity, relation and independent action. If "experience is contradiction", we cannot but face how this paradox translates into a completely renewed approach to human condition itself - beyond transcendentalism, beyond realism, beyond dialectics - and subsequently to the role philosophy could and should be intended and practiced today.