La presente tesi presenta e studia il caso della fotografa ungherese Kati Horna che per molto tempo è rimasta pressoché sconosciuta nel mondo della fotografia. Il motivo di tale dimenticanza si deve ad una scelta etica personale che la fotografa decise di adottare fin dall'inizio della sua carriera negli anni '30. Il desiderio di diventare fotografa spinse Kati Horna a studiare e a viaggiare per l'Europa. Dopo un periodo in Germania e in Francia, dove scattò la prima serie sul Mercato delle Pulci, Horna ricevette l'incarico di documentare la Guerra Civile spagnola. A partire da quel momento divenne una fotoreporter. L'originalità di questo lavoro non consiste solamente nel presentare una nuova figura nel panorama della fotografia internazionale, ma quello di farlo usando un metodo ermeneutico diverso, che metta al primo posto l'immagine fotografica e la sua creazione. A tal proposito, la riflessione parte dalle idee di storia e immagine teorizzate da Walter Benjamin e successivamente attualizzate da Georges Didi-Huberman: la foto è un oggetto temporale complesso che necessita delle parole per poter essere interpretata. Si vedrà quindi come l'immagine fotografica non sia solamente la registrazione della realtà ma funzioni come paradigma di eventi storici e sociali.
This work introduces and studies the case of the hungarian photographer Kati Horna who has remained for a long time almost unknown in the world of photography. The reason of this is due to an ethic and personal choice that the photographer decided to follow from the very beginning of her career in the thirties. The wish of becoming a photographer was an impulse for studying and traveling all around Europe. After a period spent in Germany and in France, where she took the first photographic sequence on The Paris Flea Market, Horna was entrust with the task of documenting the Spanish Civil War. From that moment on, she became a fotoreporter. The originality of this work stands not only in presenting a new figure in the panorama of international photography, but also in doing this using a different hermeneutic method that gives importance to the image and to the context of its creation. The reflexion starts from the ideas of story and image of Walter Benjamin, lately actualized in Georges Didi-Huberman's works: the photograph is a complex object of time and it needs a text to be interpreted. The photograph is not only a registration of reality but it stands as a paradigma of historical and social events.