Abstract:
L’elaborato tratta in cinque capitoli gli aspetti chiave della normativa vigente sia italiana sia comunitaria in materia di stabile organizzazione. L’argomento viene introdotto nel capitolo 1 mettendo in luce i motivi che hanno spinto il legislatore ad introdurre tale fattispecie. Nel capitolo 2 viene analizzata in modo dettagliato le disposizioni sulla stabile organizzazione secondo il Modello Ocse, ossia il modello di convenzione che si prefigge di disciplinare il fenomeno della doppia imposizione; il tutto con l’ausilio interpretativo del relativo Commentario. Essendo la stabile organizzazione un fenomeno globale, essa possiede più fonti di disciplina; nel capitolo 3 sono state dunque esaminate le differenze tra le disposizioni del Modello Ocse e la normativa italiana, tenendo conto del dettato normativo del TUIR (Testo unico delle imposte sui redditi), dell’orientamento giurisprudenziale e della prassi nazionale, accennando anche ai trattati stipulati dall’Italia. Viene, inoltre, dato un rapido riferimento al concetto di stabile organizzazione c.d. “occulta”. Vengono successivamente approfondite e analizzate nel capitolo 4 le più recenti modifiche alla stabile organizzazione ad opera del Progetto BEPS (“Base Erosion and Profit Shifting”) ed entrate in vigore con il Multilateral Agreement. Infine, nell’ultimo capitolo ci si è occupati della determinazione del reddito da attribuire alla stabile organizzazione sia secondo i principi delineati dall’Ocse, fra cui quello dell’at arm’s lenght, sia secondo il TUIR.