Abstract:
Il mio elaborato, strutturato in cinque capitoli, è stato prodotto mantenendo come centro e protagonista di ogni tematica la frontiera del Friuli, o meglio, la frontiera del nordest italiano. Regione più esposta alle mire degli invasori, sia per la sua stessa struttura geografica che per la vicinanza al bacino danubiano, questa frontiera, prima romana, poi longobarda ed infine “italica”, hanno definito le caratteristiche stesse dell’aristocrazia e dei popoli che hanno agito nella sua ombra. Tesi centrale di questo lavoro è infatti l’idea che essa abbia avuto una funzione di primo piano nel plasmare l’aristocrazia friulana del regno longobardo, e poi di quello italico-carolingio, tale da imprimerle una spiccata caratteristica guerriera che porterà le sue élites per ben due volte, ed in due contesti diversi, alla conquista della corona del regno d’Italia. Sia infatti l’aristocrazia veneto-friulana raccoltasi attorno ai duchi longobardi Ratchis ed Astolfo, sia il marchese del Friuli Berengario I, riuscirono, dalla periferica ma strategica regione del Friuli, a creare una fitta rete di contatti, fedeltà e amicizie tali da permettergli di conquistare il trono e regnare sull’Italia. Questo è dovuto all’azione della frontiera friulana che, come un aristotelico “motore immobile”, ha agito sui ceti dirigenti che venivano legittimati proprio nella funzione della sua difesa. Funzione di difesa dei confini che viene amplificata dalla geografia stessa. È infatti la semplice conformazione geografica ad invitare all’ingresso; le montagne diventano sempre più basse più si avvicinano verso il mare, aprendo così una valle in quelle mura naturali che per la penisola italiana sono le Alpi.