Abstract:
Con questa ricerca ho cercato di approfondire l’analisi testuale, sia linguistica sia concettuale, delle versioni armene e greche di tre trattati filosofici (Prolegomena philosophiae/Definizioni e Divisioni della filosofia, Commento all’Isagoge di Porfirio, Commento alle Categorie di Aristotele) e della versione armena del Commento agli Analitici Primi di Aristotele, attribuiti a Davide l’Invincibile, commentatore neoplatonico attivo ad Alessandria, probabilmente tra la metà e la fine del VI secolo. Non potendo condurre un’analisi sistematica di tutte le questioni filosofiche affrontate e/o sottese nei quattro trattati mi sono concentrata su alcuni concetti epistemologici di particolare importanza nelle speculazioni filosofiche dell’epoca tardo-antica. Ho condotto un’analisi contrastiva sul modo in cui la coppia antinomica di matrice aristotelica, “in atto-in potenza”, (la locuzione kath’energeian e il sostantivo energeia) è resa in armeno, soprattutto nelle Definizioni e nel Commento all’Isagoge, sulla modalità di resa della coppia di termini greci energeia-epinoia e, infine, sul significato dato ai termini attinenti alla sfera epistemologica e gnoseologica (ennoia/mtacowt‘iwn, epinoia/makamtacowt‘iwn, dianoia/tramaxohowt‘iwn, noûs/mitk‘) sia nelle versioni greche che armene dei tre trattati e nella versione armena del Commento agli Analitici Primi. Lo scopo dello studio è di dimostrare l’ipotesi di partenza, formulata dopo aver tradotto in italiano la versione armena dei Prolegomena, cioè che la versione armena dei Prolegomena non è una traduzione pedissequa o parafrasata del testo greco originale, come nel caso di altre traduzioni armene dello stesso periodo. Essa è piuttosto una rielaborazione del greco sulla base di altre fonti della tradizione neoplatonica cristianizzata, medio-platonica e stoica, che presuppone sia stata redatta da Davide stesso o da uno dei discepoli della sua cerchia, dopo il ritorno in Armenia da Alessandria. Gli interventi da parte dell’armeno sul lessico, sulla struttura testuale con frequenti riduzioni di esempi e di rimandi che si leggono nel greco, ed infine, sui concetti espressi, forniscono delle argomentazioni a favore della mia ipotesi. Nel corso della ricerca ho rilevato anche altri aspetti linguistici dei testi esaminati e la loro somiglianza o divergenza con/da i commentatori neoplatonici della scuola di Alessandria ed, in particolare, della cerchia di Ammonio.