Abstract:
L’elaborato tenta di delineare il rapporto tra teatro e società nella Serbia contemporanea. Parleremo della transizione che ha investito il paese non solo da un punto di vista politico ed economico, ma anche culturale. Alla base della ricerca è l’analisi del radicale cambiamento del rapporto tra arte e stato nel passaggio da un regime socialista ad uno capitalista. In primo luogo considereremo la fase ante bellum, definiremo in breve lo status del teatro ai tempi della Jugoslavia titoista. In secondo luogo ci concentreremo sulla Serbia di Milošević. In questo periodo il teatro si rivela essere strumento di resistenza e critica opposizione al regime. Il piano sul quale ci concentreremo per questi anni non è quello istituzionale (controllato dal regime) ma quello non istituzionale. Assistiamo alla nascita di collettivi, centri culturali, movimenti autonomi (molti dei quali sono tutt’ora attivi) che ebbero il merito di creare un’alternativa critica volta al ripensamento della coscienza collettiva. Infine focalizzeremo la nostra attenzione sui risvolti culturali degli anni Duemila, andando ad analizzare la versione serba di un movimento teatrale che possiamo definire internazionale e che prende il nome di Nuova Scrittura Teatrale. Da qui prende le mosse il Teatro Documento, i cui spettacoli ci hanno portato a porci i quesiti generativi che stanno alla base dell’intera trattazione. Esemplificativo di questa nuova frontiera del teatro serbo contemporaneo ci è sembrato il Reflektor Teatar e il suo Muškarčine, opera che tratteremo in maniera diffusa tentandone un'analisi.