La tesi si compone di 3 articoli che indagano, secondo prospettive diverse, il comportamento degli agenti economici nei mercati finanziari. Il primo lavoro, di tipo sperimentale, si pone come obiettivo quello di misurare la portata del contagio finanziario dovuto a ribilanciamenti dei portafogli di investimento in mercati diversi. Lo studio evidenzia come uno shock sul prezzo di un titolo negoziato in un mercato si propaghi anche in mercati ad esso non direttamente collegati ma in modo conforme a quanto previsto dalla teoria. Il laboratorio non evidenzia aggiustamenti o comportamenti irrazionali.
Il secondo lavoro, di tipo empirico, cerca invece di individuare possibili relazioni tra l’avversione al rischio diversificabile, utilizzata come proxy del comportamento degli investitori, e il rischio informativo, ovvero quel rischio legato al tempo necessario all’informazione per essere compresa e processata dagli investitori stessi. Lo studio evidenzia l’assenza di legami tra queste due variabili, dimostrando che i mercati sono efficienti.
Il terzo lavoro, più di tipo applicativo, cerca di fornire un criterio per guidare il comportamento dei private equiter nella selezione di aziende su cui investire. Il criterio utilizza la semplice informazione contabile e il concetto di utilità dell’investimento.
The thesis is composed of three papers that investigate, using different perspectives, the financial agents’ behavior in the financial markets. The first paper, an experiment, aims to measure the impact of the financial contagion due to cross-market rebalancing. The study highlights that a shock in the prices of a stock traded in one market spreads to other unrelated markets but according to what the theory predicts. The laboratory doesn’t show irrational adjustments or behaviors.
The second paper is an empirical work that aims to detect possible relations between the idiosyncratic risk aversion, used as a proxy of the investors’ behavior, and the information risk, i.e. the risk due to the time needed by a piece of information to be understood and processed by the investors. The study highlights the absence of any linkages between these two variables, demonstrating that financial markets are efficient.
The third paper is an application and tries to provide the (generic) private equiter with a criterion to select possible firms in which to invest. The criterion uses the information provided by the financial reports and the concept of the utility of the investment.