Abstract:
La trattazione analizza i contratti misti. Si tratta di accordi dalla natura ibrida, a causa della presenza di più prestazioni appartenenti a contratti tipici e riformulate secondo combinazioni diverse. La natura ibrida di tali accordi ha determinato reazioni diverse in dottrina e giurisprudenza. La prima ha tentato di eleggere tali contratti a nuova categoria di Diritto civile, e a tal fine si è impegnata nell’individuazione di elementi che possano dirsi caratteristici della figura. La seconda ha invece negato che tali accordi siano una categoria a sé stante, e ha disciplinato queste intese con qualificazioni giuridiche diverse. La riflessione condotta prende spunto da queste due posizioni, e mira a verificare se i contratti in questione abbiano dignità di categoria autonoma. A tal fine, nella tesi si analizza il diverso uso dei contratti misti fatto nei diversi ambiti del Diritto civile e del Diritto pubblico. La conclusione cui si giunge è che in ambito civile i contratti misti non costituiscono una categoria autonoma, perché il diverso modo con cui dottrina e giurisprudenza disciplinano il fenomeno, rende impossibile individuare una definizione comune. In ambito pubblico, invece, la trattazione sottolinea che le intese miste avevano dignità di categoria nella versione precedente del Codice degli Appalti, e l’hanno perduta in quella attuale (introdotta dal d.lgs 50/2016). Pertanto la trattazione conclude affermando l’inutilità della presunta categoria dei contratti misti, in linea, del resto, con l’attuale tendenza europea a eliminare sovrastrutture concettuali incapaci di agevolare la comprensione dei fenomeni che rappresentano.