Abstract:
Alle origini della Parodia letteraria greca vi fu la detorsio Homeri nell’opera del poeta giambico Ipponatte di Efeso, considerato, non a torto, l’inventore della forma parodica. Nel quinto secolo a.C. la Parodia è uno degli elementi fondanti della poetica di Aristofane: l’irriverente verve parodica del più prestigioso commediografo greco si rivela, per così dire, trans-generica e pluridimensionale. Questo studio è volto a mostrare come la ripresa, in chiave parodica, non solo della poesia epica e della lirica arcaica, ma anche della storiografia, dell’oratoria politico-assembleare e, particolarmente, della tragedia permei la commedia aristofanea. Certo, l’ampiezza sconfinata del multiforme ingegno parodico di Aristofane resta tuttora insufficientemente esplorata; e tuttavia, diversi passi aristofanei tratti dalle commedie superstiti - come spero di dimostrare - hanno rivelato una spiccata attitudine per lo stravolgimento comico di modelli alti, che il poeta realizzava non solo attraverso la parola, ma anche attraverso il linguaggio scenico (e talora avvalendosi persino della metrica e della musica). Inoltre, nel presente saggio, mi propongo di mostrare che la piena decodificazione (e fruizione) di alcuni giochi parodici esigeva che il pubblico di Aristofane fosse in grado di individuare con precisione i contesti di primo grado.