La Nuova Via della Seta Marittima: quale futuro per la portualità mediterranea?

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dc.contributor.advisor Soriani, Stefano it_IT
dc.contributor.author Busdraghi, Anna <1992> it_IT
dc.date.accessioned 2017-02-23 it_IT
dc.date.accessioned 2017-05-08T03:52:16Z
dc.date.available 2018-07-19T08:57:55Z
dc.date.issued 2017-03-14 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/10157
dc.description.abstract La tesi analizza le varie dimensioni del progetto logistico-commerciale della Nuova Via della Seta Marittima proposta dal governo cinese, per esaminare l'effetto che essa andrà ad esercitare sulla portualità del Mediterraneo. Inizialmente viene presentata un'introduzione al progetto della Nuova Via della Seta cinese, unita alle motivazioni che hanno spinto il governo di Pechino a portare avanti l'iniziativa. Analizzando il differente sviluppo della parte ferroviaria rispetto a quella terrena, vengono poi introdotte alcune teorie secondo le quali la Cina starebbe inaugurando una nuova fase di sviluppo marittimo rispetto ad una dimensione più “continentale” del passato. Viene in seguito introdotto il problema della dipendenza energetica cinese e del “dilemma di Malacca”, con un accenno alla possibile realizzazione del canale di Kra. L’analisi prosegue sullo sviluppo della Nuova Via della Seta Marittima nel Sud - Est asiatico e nell'Oceano Indiano. I porti presi in considerazione sono quello di Gwadar in Pakistan (con un'introduzione della "Teoria del filo di perle" e degli investimenti cinesi in Bangladesh e Sri Lanka) ed il porto di Gibuti (con un approfondimento sulle operazioni militari anti pirateria effettuate dalla marina militare cinese nel golfo di Aden). Sono sottolineate quindi le differenti ragioni che portano alla nascita della Nuova Via della Seta Marittima nel Sud Est Asiatico e nell'Oceano Indiano da quelle che muovono lo sviluppo del progetto in Europa (Con un analisi degli investimenti cinesi in Egitto a Port Said). Dopo una presentazione delle dimensioni economico - logistiche che accompagnano il progetto della Nuova Via della Seta Marittima nel Mar Mediterraneo, si prosegue in un’analisi dettagliata della capacità logistica dei porti che vi si affacciano (come il volume dei traffici e sviluppo dei retroporti) e della distribuzione del traffico tra i porti del “Northern Range” (Come Rotterdam) e del “Southern Range” (come il Pireo o Venezia) . Per concludere, la tesi esamina le prospettive di sviluppo di alcuni porti del Mediterraneo e le possibilità che essi possiedono di integrarsi efficacemente nella rete marittima della New Silk Road, tramite uno sviluppo della loro efficienza (e della loro capacità di integrazione con la rete ferroviaria dell'Est e Centro Europa). Vengono infine presentati i possibili strumenti di cui l'Unione Europea dispone per guidare l'integrazione dei porti mediterranei nella Nuova Via della Seta Marittima. it_IT
dc.language.iso it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Anna Busdraghi, 2017 it_IT
dc.title La Nuova Via della Seta Marittima: quale futuro per la portualità mediterranea? it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Relazioni internazionali comparate - international relations it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Scuola in Relazioni Internazionali it_IT
dc.description.academicyear 2015/2016, sessione straordinaria it_IT
dc.rights.accessrights embargoedAccess it_IT
dc.thesis.matricno 836068 it_IT
dc.subject.miur it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.subject.language INGLESE it_IT
dc.provenance.upload Anna Busdraghi (836068@stud.unive.it), 2017-02-23 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Stefano Soriani (soriani@unive.it), 2017-03-06 it_IT


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