Abstract:
La tesi analizza le varie dimensioni del progetto logistico-commerciale della Nuova Via della Seta Marittima proposta dal governo cinese, per esaminare l'effetto che essa andrà ad esercitare sulla portualità del Mediterraneo.
Inizialmente viene presentata un'introduzione al progetto della Nuova Via della Seta cinese, unita alle motivazioni che hanno spinto il governo di Pechino a portare avanti l'iniziativa. Analizzando il differente sviluppo della parte ferroviaria rispetto a quella terrena, vengono poi introdotte alcune teorie secondo le quali la Cina starebbe inaugurando una nuova fase di sviluppo marittimo rispetto ad una dimensione più “continentale” del passato.
Viene in seguito introdotto il problema della dipendenza energetica cinese e del “dilemma di Malacca”, con un accenno alla possibile realizzazione del canale di Kra. L’analisi prosegue sullo sviluppo della Nuova Via della Seta Marittima nel Sud - Est asiatico e nell'Oceano Indiano. I porti presi in considerazione sono quello di Gwadar in Pakistan (con un'introduzione della "Teoria del filo di perle" e degli investimenti cinesi in Bangladesh e Sri Lanka) ed il porto di Gibuti (con un approfondimento sulle operazioni militari anti pirateria effettuate dalla marina militare cinese nel golfo di Aden). Sono sottolineate quindi le differenti ragioni che portano alla nascita della Nuova Via della Seta Marittima nel Sud Est Asiatico e nell'Oceano Indiano da quelle che muovono lo sviluppo del progetto in Europa (Con un analisi degli investimenti cinesi in Egitto a Port Said).
Dopo una presentazione delle dimensioni economico - logistiche che accompagnano il progetto della Nuova Via della Seta Marittima nel Mar Mediterraneo, si prosegue in un’analisi dettagliata della capacità logistica dei porti che vi si affacciano (come il volume dei traffici e sviluppo dei retroporti) e della distribuzione del traffico tra i porti del “Northern Range” (Come Rotterdam) e del “Southern Range” (come il Pireo o Venezia) .
Per concludere, la tesi esamina le prospettive di sviluppo di alcuni porti del Mediterraneo e le possibilità che essi possiedono di integrarsi efficacemente nella rete marittima della New Silk Road, tramite uno sviluppo della loro efficienza (e della loro capacità di integrazione con la rete ferroviaria dell'Est e Centro Europa). Vengono infine presentati i possibili strumenti di cui l'Unione Europea dispone per guidare l'integrazione dei porti mediterranei nella Nuova Via della Seta Marittima.