dc.contributor.advisor |
Coro', Giancarlo |
it_IT |
dc.contributor.author |
Montenegro, Claudio <1992> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2017-02-23 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2017-05-08T03:51:08Z |
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dc.date.available |
2017-05-08T03:51:08Z |
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dc.date.issued |
2017-03-06 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/10137 |
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dc.description.abstract |
Gli sviluppi della tecnologia, dell’informatica e dei sistemi di comunicazione, la liberalizzazione dei mercati, la diffusione della conoscenza e l’innalzamento del livello culturale e della qualità di vita di parte della popolazione mondiale, hanno nel tempo trasformato l’ambiente in cui le imprese sono chiamate a competere l’una con l’altra.
Oggigiorno, infatti, è possibile considerare l’esistenza di un’unica arena competitiva globale, che appare sostituire per importanza, opportunità e ovviamente per dimensione, l’idea di mercato fino a non molte decine di anni fa predominante.
In questo contesto, naturale è stato l’affermarsi di un modello di impresa di tipo internazionale, sistema aziendale che alla base delle proprie attività ha il concetto di abbattimento e superamento dei confini territoriali nazionali.
Migliaia sono state le imprese di ogni dimensione che in tutto il mondo hanno deciso di delocalizzare la propria produzione in Paesi i cui vantaggi comparati e le cui condizioni politiche, sociali ed economiche potessero permettere di realizzare maggiori profitti, soprattutto a fronte di notevoli risparmi nei costi.
Ciononostante, negli ultimi anni ricercatori ed economisti hanno cominciato a discutere dell’esistenza di un particolare fenomeno di controtendenza, definito back-reshoring, di rientro nazionale e di rilocalizzazione delle produzioni - precedentemente trasferite - nei Paesi d’origine.
Secondo gli studiosi, alla base di tali comportamenti ci sarebbero due principali ordini di motivazioni: uno di tipo quantitativo, in virtù di una sostanziale delusione circa gli effettivi vantaggi di costo realizzati, l’altro più qualitativo, conseguentemente ad un ripensamento della catena del valore aziendale, e quindi di un’attribuzione di importanza maggiore a fattori quali la qualità del prodotto e l’immagine dell’impresa.
Per la prima volta indagato negli Stati Uniti, attualmente anche in Italia si contano numerosi casi di back-reshoring, specialmente nei settori del tessile e del calzaturiero, e si prospetta che col passare degli anni, anche in virtù di una probabile diffusione di politiche protezionistiche, questo numero possa solamente essere destinato a crescere. |
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dc.language.iso |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Claudio Montenegro, 2017 |
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dc.title |
L'internazionalizzazione d'impresa e il fenomeno del back-reshoring |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Economia e gestione delle aziende |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Dipartimento di Management |
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dc.description.academicyear |
2015/2016, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
855550 |
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dc.subject.miur |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.date.embargoend |
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dc.provenance.upload |
Claudio Montenegro (855550@stud.unive.it), 2017-02-23 |
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dc.provenance.plagiarycheck |
Giancarlo Coro' (corog@unive.it), 2017-03-06 |
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