Abstract:
Questo lavoro è nato come indagine sulla condizione dei residenti dei sanatori giapponesi per il morbo di Hansen a vent’anni dalla fine della segregazione forzata e si è sviluppato attraverso una ricerca etnografica svolta fra aprile e ottobre 2016 presso il Sanatorio statale Nagashima Aiseien (Okayama, Giappone). Nel testo, dopo una breve trattazione della storia del sanatorio, ho illustrato i cambiamenti avvenuti nella sua geografia, individuando un legame fra le caratteristiche spaziali dell’istituto, la sua passata funzione detentiva e gli effetti psicologici di lungo periodo accusati dagli internati. Ho affrontato il problema della memoria del sanatorio tramite lo studio del Museo storico di Nagashima Aiseien e i racconti di alcuni residenti. La mia ricerca ha evidenziato i conflitti interni sorti nel tentativo di costruire un lascito comune e le opposte tendenze a denunciare e a minimizzare il passato da parte dei singoli. Alla luce dei colloqui, la scelta da parte degli abitanti dell’istituto di non lasciare il proprio luogo di reclusione ha preso l’aspetto di una colonizzazione dall’interno, seppure condizionata da un panorama culturale che ancora non offre alle persone guarite dal morbo di Hansen piena libertà da pregiudizi e discriminazione. La tesi si chiude con alcuni interrogativi sul futuro possibile per una comunità di anziani come quella di Aiseien, esplorando i limiti del legame di implicazione reciproca che vige oggi fra memoria e conservazione degli spazi.