Abstract:
Con l’introduzione degli articoli 52-bis e 52-ter del Testo Unico Bancario e degli articoli 8-bis e 8-ter del Testo Unico della Finanza, l’Italia ha recepito la Direttiva europea del 2013, n.36 in tema di procedure di segnalazione di violazioni all’interno delle banche. In questa tesi si approfondisce in particolare l’art. 52-bis TUB, ponendo particolare enfasi sulla figura del whistleblower e sulla disciplina che lo riguarda.
Specificatamente, nella prima parte, si approfondirà l’iter legislativo che ha portato al recepimento in Italia della Direttiva europea, andando ad analizzare la normativa già esistente in Italia per il settore pubblico e per il settore privato, e si esaminerà la normativa secondaria contenuta nelle disposizioni di vigilanza, ponendo particolare attenzione sull’organizzazione dei sistemi interni di segnalazione voluta dal legislatore e sulla protezione del whistleblower da atti ritorsivi, conseguenti alla sua segnalazione. Verrà posta l’attenzione sulle lacune legislative emerse in sede di studio della materia e si forniranno al lettore gli strumenti operativi necessari a una analisi critica dei temi in questione.
Nella seconda parte della tesi viene approfondito l’ambito oggettivo della segnalazione cercando di capire fino a dove si può spingere l’azione del whistleblower, andando a evidenziare, tra gli altri, i legami che esistono con la disciplina antiriciclaggio e con la disciplina sugli abusi di mercato, fornendo anche riflessioni su possibili soluzioni organizzative da adottare per mitigare i rischi cui viene esposta la banca, salvaguardando la sana e prudente gestione.
Si conclude mostrando, anche attraverso degli esempi, come la disciplina del whistleblowing in Italia necessiti di ulteriori interventi legislativi per adeguarla agli standard, considerati di eccellenza, di paesi come il Regno Unito e come gli Stati Uniti d’America, stante anche le numerose lacune nel recepimento della Direttiva europea evidenziate nella tesi.