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Albert Schweitzer scrisse: “se l’uomo perde il rispetto anche per una sola parte della vita, perderà il rispetto per tutta la vita.” I rapidi sviluppi delle scienze, celano nuovi ed esiziali interrogativi etico-morali. Nonostante la difficoltà nel fornire delle risposte, il desiderio di trovare un equilibrio tra l’importanza del progresso scientifico e del rispetto della vita, presente e futura, hanno portato l’UNESCO ad adottare, il 19 ottobre 2005, la Dichiarazione Universale di Bioetica e Diritti Umani, che fornisce un orientamento, il quale, con giustizia, potrebbe guidare la rotta verso un futuro in cui gli sviluppi delle scienze mediche possano divenire sinonimo di benessere, pace e prosperità. Il processo di elaborazione della Dichiarazione è stato complesso, dovendo individuare l’universale di principi bioetici, come la dignità e l’autonomia, nel particolare delle distinte culture e prospettive dei popoli della terra. Partendo dal grande potenziale d’impatto degli atti non vincolanti, com’è la Dichiarazione in esame, e quindi dal fenomeno c.d. soft law, sullo sviluppo del diritto internazionale, ed il dibattito che lo caratterizza, porterà il lettore a comprendere i meccanismi e gli effetti di questi strumenti, concordia discors tra diritto, etica, psicologia e sociologia. Proseguendo, si avrà la possibilità di approfondire la genesi della Dichiarazione, tramite la ricostruzione e l’analisi delle varie fasi del processo elaborativo, l’ardimento che ne trapela, i dubbi e le speranze. Infine, il lettore sarà posto di fronte ai principi racchiusi nella Dichiarazione, ed ai suoi possibili destini: cadere nell’oblio, lasciando nelle generazioni future la sua sola ricordanza, oppure, di converso, ingenerare, e plasmare, un cambiamento sostanziale negli animi degli uomini, di cui, come di un’alba, ne stiamo ammirando i primi bagliori. |
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