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I cambiamenti climatici rappresentano un problema globale inequivocabile con ripercussioni non solo sui sistemi ambientali ma anche su quelli antropici. Numerose sono le evidenze che indicano come tali sistemi siano influenzati dai cambiamenti nei parametri meteo-climatici come ad esempio: temperatura, aumento del livello del mare, eventi di mareggiata. Inoltre, come riportato dal Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Intergovernamental Panel on Climate Change, IPCC) le conseguenze del riscaldamento globale saranno ancora peggiori nel futuro se non saranno implementate opportune strategie di mitigazione e adattamento. Per quanto concerne l’industria petrolifera e del gas naturale (Oil & Gas, O&G), questa è considerata uno dei settori economici e industriali particolarmente vulnerabili a causa degli ambienti in cui si trova ad operare (es. pianure alluvionali) e alla suscettibilità delle risorse naturali impiegate nei processi che caratterizzano le diverse fasi del ciclo di vita (es. estrazione, stoccaggio e trasporto). È evidente quindi come i cambiamenti climatici possano incidere direttamente sull’integrità degli impianti petroliferi (es. gasdotti/oleodotti, pozzi di estrazione etc.), sui tempi di estrazione e sulle capacità di stoccaggio, nonché sulla continuità delle attività di piattaforme.
In particolare, le aree costiere, dove sono localizzate gran parte delle attività economiche tra cui le infrastrutture energetiche, sembrano essere maggiormente sensibili ai possibili impatti legati al cambiamento climatico, come l’aumento dei fenomeni di: erosione, inondazione costiera, sommersione dovuta all’innalzamento del livello del mare.Ne deriva quindi la crescente necessità di definire una metodologia atta a identificare e prioritizzare le aree costiere maggiormente vulnerabili ai possibili effetti dei cambiamenti climatici. L’obiettivo principale è quello di sviluppare un indice di vulnerabilità costiera che permetta di individuare le regioni costiere più suscettibili ai fenomeni di inondazione, erosione costiera e mareggiate; definendo poi opportune strategie di adattamento per mitigare i rischi attesi e garantire una gestione sicura e sostenibile del territorio costiero e delle infrastrutture energetiche localizzate in prossimità della linea di costa.
Al fine di raggiungere tale obiettivo, è stata condotta un’iniziale revisione della letteratura scientifica riguardo metodologie, strumenti e indici utili per la valutazione degli impatti dei cambiamenti climatici sull’industria dell’O&G. Tale attività ha permesso l’elaborazione di un quadro concettuale di riferimento utile a individuare le relazioni causa-effetto tra le variazioni dei parametri meteo-climatici e i principali impatti fisici, ambientali e socio-economici attesi sia in mare aperto sia lungo la linea di costa. In seguito, al fine di costruire il CVI, sono stati identificati alcuni indicatori per la valutazione della pericolosità associata ai fenomeni di cambiamento climatico (es. anomalie future di innalzamento del livello del mare e mareggiate estreme) e alcuni indicatori di esposizione e vulnerabilità fisico-ambientale dell’ambiente costiero (elevazione, erosione e pendenza del territorio costiero) utili per valutare le aree a maggior rischio di inondazione/erosione per le infrastrutture energetiche (es. impianti di produzione, estrazione, pozzi di perforazione). Gli indicatori proposti, sono stati implementati per un’area pilota all’interno della regione Mediterranea caratterizzata dalla presenza di numerosi impianti petroliferi, elaborati attraverso l’utilizzo di sistemi informativi geografici al fine di supportare le compagnie petrolifere nella definizione di aree prioritarie, dove indirizzare strategie di adattamento. |
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