Abstract:
Il presente studio si pone come obiettivo principale l’analisi scientifica del degrado indotto da diversi microrganismi sui teleri settecenteschi di cotone appartenenti alla Fondazione Coronini-Cronberg di Gorizia, edificio storico risalente alla fine del XVI secolo dove la mancanza di sistemi isolanti e moderni impianti di climatizzazione rende gli spazi interni molto suscettibili alle variazioni climatiche esterne causando repentine fluttuazioni dei valori di temperatura e umidità. Per questo motivo, al fine di comprendere meglio i parametri termoigrometrici che favoriscono l’attacco biologico riscontrato nei tessili antichi oggetto di studio, si è effettuato un monitoraggio microclimatico in quattro stanze della Fondazione che, insieme ad un attento campionamento aerobiologico delle sale espositive e dei depositi, ha permesso di stilare un quadro generale delle principali problematiche conservative esistenti.
Per approfondire le dinamiche del biodeterioramento di manufatti tessili si è deciso poi di eseguire dettagliate prove di attacco biologico su campioni simulati di cotone, tinti con due dei coloranti naturali più comuni nella produzione di tessuti stampati nel corso del XVIII secolo: l’indaco e la robbia. L’indaco è stato ottenuto da una miscela di guado e indaco indiano, estratti rispettivamente dalle piante Isatis tinctoria e Indigofera tinctoria ed ha fornito alla stoffa una colorazione blu; una tintura rossa è stata invece realizzata utilizzando le radici della pianta Rubia tinctorum. Date le proprietà antibatteriche e antifungine delle sostanze impiegate nelle tintura, si è reso necessario invecchiare artificialmente i campioni prima di procedere con le prove sperimentali sottoponendoli quindi ad invecchiamento fotoluminoso, con umidità, a bassa temperatura in ambiente umido e ad alta temperatura in ambiente secco. Valutate le alterazioni subite dai tessuti nel corso dell’invecchiamento, si è monitorato poi, a diversi intervalli di tempo, l’evolversi del degrado indotto da alcune specie di funghi e batteri effettivamente riscontrate nelle stanze della Fondazione con il supporto di indagini chimiche e fisiche, utilizzando i risultati ottenuti per definire le condizioni di conservazione più appropriate per diminuire il rischio di attacco biologico dei teleri studiati e porre le basi per un ipotetico intervento di restauro.