dc.contributor.advisor |
De Vido, Sara |
it_IT |
dc.contributor.author |
Agnoletto, Alice <1991> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2017-02-21 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2017-05-08T03:45:49Z |
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dc.date.available |
2017-05-08T03:45:49Z |
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dc.date.issued |
2017-03-23 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/9567 |
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dc.description.abstract |
Con la fine della Guerra Fredda e la dissoluzione del blocco comunista nel 1991, si pensò, finalmente, che l'ONU potesse far valere quel ruolo centrale che le era stato tolto negli ultimi 40 anni a causa del bipolarismo USA-URSS. Compito dell'organizzazione fin dalla sua fondazione/origine/nascita, e in particolare del Consiglio di Sicurezza, è quello di mantenere la pace e la sicurezza internazionale, prevenendo i conflitti fra Stati membri in virtù dell'art. 2 par. 4 della Carta. L'occasione si presentò quando, il 2 agosto 1990, l'Iraq di Saddam Hussein decise di invadere il limitrofo Kuwait. L'ONU rispose immediatamente con una serie di risoluzioni che sembravano seguire alla lettera le misure coercitive dettate dal Capitolo VII della Carta, culminata nella ris. 678/1990 che autorizzava gli Stati membri ad usare tutti i mezzi necessari per ristabilire la pace e la sicurezza internazionale. A seguito degli attacchi dell'11 settembre 2001 da parte di organizzazioni terroristiche, l'ONU entrò in un periodo d'ombra e venne relegato ad un ruolo secondario sul piano decisionale. Delineando una nuova strategia di “legittima difesa preventiva”, la cosiddetta “Dottrina Bush”, gli Stati Uniti decisero di predisporre una coalizione per invadere l'Iraq e rovesciare il regime vigente senza alcuna legittima autorizzazione dell'ONU. L'occupazione, conclusasi nel 2011, lasciò l'Iraq in un stato precario di guerra civile che determinò la presa del potere di vaste zone da parte della nuova organizzazione dello Stato Islamico. Vista l'evoluzione degli eventi recenti, era forse necessario che l'ONU prendesse una posizione più rigida in merito al divieto di aggressione armata e bandire definitivamente la strategia della “legittima difesa preventiva”? Nel XXI secolo, è appropriato confinare l'ONU ad un ruolo subalterno, lasciando il potere d'intervento alle superpotenze? La tesi vuole mettere in discussione la validità della composizione del Consiglio di Sicurezza e, in particolare, la nozione di equa rappresentanza degli Stati membri in un organo chiamato ad affrontare problemi di portata globale. Giunti a questo momento storico, è necessario un ampliamento di seggi permanenti e ad un maggior numero dei membri non permanenti? In un sistema internazionale sempre più soggetto a minacce esterne perpetrate da nuovi soggetti con metodi avanzati è indispensabile un organo o, in questo caso, un'organizzazione internazionale incaricata di concentrare gli effetti delle azioni intraprese sui soggetti responsabili delle politiche e pratiche condannate dalla comunità internazionale stessa. Per affrontare queste sfide nella maniera più efficace è necessaria una cooperazione multilaterale e la via migliore per realizzarla passa da un rinnovamento delle Nazioni Unite. |
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dc.language.iso |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Alice Agnoletto, 2017 |
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dc.title |
The UN: from the end of the Cold War to the Bush Doctrine. |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Relazioni internazionali comparate - international relations |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Relazioni Internazionali |
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dc.description.academicyear |
2015/2016, sessione straordinaria |
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dc.rights.accessrights |
openAccess |
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dc.thesis.matricno |
834450 |
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dc.subject.miur |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.subject.language |
SPAGNOLO |
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dc.date.embargoend |
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dc.provenance.upload |
Alice Agnoletto (834450@stud.unive.it), 2017-02-21 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Sara De Vido (sara.devido@unive.it), 2017-03-06 |
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