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La Cina ha intrapreso, a partire dal 1978, anno di introduzione delle riforme di apertura economica promosse da Deng Xiaoping, un modello di sviluppo che l’ha portata ad essere riconosciuta nel 2010 come seconda potenza economica mondiale dopo gli Stati Uniti e che, nelle scorse tre decadi, le ha permesso di registrare un tasso di crescita media annuale del PIL pari al 10% circa. Questo sviluppo economico così rapido presenta, però, una ormai chiara ambivalenza: se da un lato ha consentito il miglioramento della qualità della vita per centinaia di milioni di persone, è stato e continua ad essere, tuttavia, sostenuto da uno sfruttamento intensivo delle risorse naturali, da un accelerato tasso di urbanizzazione e da un proliferare di industrie, fattori che hanno concorso al repentino innalzamento dei livelli di inquinamento del Paese. Tale fenomeno sta portando ad un progressivo degrado ambientale, in particolar modo per quanto riguarda l’aria, l’acqua e il suolo, che pone la popolazione cinese di fronte a seri rischi, soprattutto in termini di salute, come dimostra emblematicamente l'esistenza degli ormai noti "villaggi del cancro". In questo contesto, vi è ormai ampio riconoscimento del fatto che la partecipazione pubblica possa rivestire un ruolo fondamentale, rappresentando una prerogativa sociale imprescindibile nel sostenere la reattività e la responsabilità dei governi in merito a questioni di interesse comune, come per l’appunto quella ambientale.
Il progetto principale che questa tesi si propone di realizzare è quello di analizzare l’evoluzione dell’attivismo ambientale in Cina, dai suoi esordi sino ad oggi, le sue forme più influenti e le relative dinamiche, il suo rapporto con il governo, nonché la sua effettiva capacità di incidere sui processi decisionali di quest’ultimo.
Per realizzare tale obbiettivo, si opererà un’analisi divisa in diverse fasi, ovvero: si cercherà innanzitutto di fornire una panoramica sull’attuale situazione di degrado ambientale in Cina, e sui relativi rischi per la popolazione, mediante la valutazione di dati prodotti da scienziati ambientali, nonché contenuti in report governativi e articoli di letteratura scientifica; si tenterà poi di delineare una breve valutazione relativa al grado di consapevolezza ambientale pubblica nel Paese, attraverso la consultazione di indagini statistiche effettuate nella RPC dagli anni Novanta in poi; infine, si cercherà di descrivere quali sono le forme più rilevanti di attivismo ambientale, attraverso le quali i cittadini cinesi si aggregano e si battono per la causa comune della protezione ambientale, analizzando anche il relativo rapporto con il governo, e di comprendere, attraverso l'analisi di tre casi di studio, in che modo tali forme di attivismo ambientale, nel particolare contesto semi-autoritario che caratterizza la Cina, possano effettivamente riuscire nel proprio intento. |
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