Abstract:
I processi di design partecipativi nascono in Scandinavia allo scopo di coinvolgere la cittadinanza nelle scelte di politica, urbanistica e simili. L'obbiettivo di tale approccio era di coinvolgere i diretti interessati nei processi di sviluppo di soluzioni che potessero essere veramente a loro misura. Questo discorso si é esteso negli anni, andando a comprendere diverse nazioni e contesti, molto spesso portando a risultati positivi.
Tra i vari progetti, vi sono esempi che riguardano il convolgimento e l'attivazione di migranti e, in particolare, di rifugiati. A tal proposito molti progetti gestiti dall'UNHCR pongono i rifugiati al centro di ogni fase del processo di design. Questi progetti di innovazione si focalizzano sulle conoscenze e sull'esperienza degli utenti:seguono una prima fase di prototipazione collaborativa in cui i risultati del processo di design vengono testati insieme sul campo; le informazioni raccolte servono poi a raffinare le soluzioni sviluppate fino a renderle effettive.
Questo nuovo approccio sembrerebbe indicare un evoluzione dall'aiuto umanitario assistenziale e paternalista verso l'attivazione e l'empowerment degli utenti che, insieme a ricercatori, designer e cittadini creano così un'innovazione sociale e umanitaria partecipata.