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Dalla metà del XII secolo, in Italia e in Europa si diffondono movimenti e dottrine che, a vario titolo e con diversa pregnanza di contenuti, esprimono l'esigenza di un rinnovamento spirituale e religioso che si pone, o viene percepito, in contrasto con la gerarchia ecclesiastica.
Nel panorama veneziano, il quadro che le fonti ci restituiscono è quello di una sostanziale assenza di questi movimenti, al di là di sparuti accenni (in ogni caso da verificare e soppesare) che ne certificano la presenza, ma anche la limitatezza di dimensioni e di influenza.
Parrebbe riemergere anche in questo caso il «mito» di Venezia come realtà «altra», «un altro mondo», come diceva il Petrarca, avulso dalle esperienze e dalla storia dell'Occidente cristiano e politico. Attraverso l'analisi delle strutture, della politica, della società lagunare del periodo – affrontata in un'ottica comparativa, specialmente con l'area veneta –, si cercherà di verificare se effettivamente Venezia visse al suo interno delle reali esperienze ereticali, oppure, in caso contrario – ed è la tesi alla base di questo studio –, si proverà ad avanzare alcune ipotesi che possano spiegare questo singolare – ma non unico – conformismo religioso.
Parallelamente a questa analisi, emergerà evidente, una volta in più, l'effettiva appartenenza politica, culturale e religiosa di Venezia al resto dell'Occidente; realtà particolare, certamente, ma come può esserlo, a ben vedere, qualsiasi altra realtà italiana. |
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