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La tesi presentata analizza il percorso artistico dell’arte indiana dal colonialismo al contemporaneo. La divisione in capitoli proposta è essenziale al fine di evidenziare un filo conduttore tra gli artisti moderni e la più recente generazione indiana: indagando le scuole artistiche del moderno e del contemporaneo e sottolineando i nomi dei maggiori esponenti, sarà così possibile evincere un percorso netto di questo paese verso la situazione più attuale, presentata nel capitolo conclusivo.
Sebbene infatti sia il termine “varietà” a contraddistingue solitamente l’India, popolata da quasi un miliardo di persone divise in rigide e inamovibili caste, ulteriormente poi divise da ben otto religioni ufficiali e diciotto lingue riconosciute, è interessante osservare come invece il percorso artistico segua un’evoluzione chiara attraverso le generazioni.
Il titolo della tesi va quindi a sottolineare il cambiamento generazionale a cui l’arte indiana è sottoposta da decenni. Se è possibile porre come dato certo che, a seguito della fine del colonialismo, si abbia un susseguirsi di generazioni libere, totalmente indiane, e se ancora i maggiori testi sottolineano come la seconda generazione sia la New Wave, la nuova onda artistica in arrivo dall’India, allora scopo della tesi è presentare ciò che succede dopo di essa.
È stato quindi necessario nei primi tre capitoli analizzare quale sia stato il percorso esponenziale intrapreso dall’arte indiana e quali siano stati i riferimenti e le esperienze comuni della prima generazione post indipendenza e della seconda, sia dal punto di vista artistico che economico. Esaminando quali risultati siano stati raggiunti nelle vendite di arte indiana e confrontando proprio le due generazioni è anche stato possibile comprendere quale sia stato il motivo dell’interesse suscitato in Italia da questa arte millenaria, ma che noi scopriamo solo negli ultimi decenni. Un’arte nuovissima, per noi, che ha trovato i riflettori puntati solo negli ultimi 20 anni a livello europeo e solo negli ultimi 10 anni a livello italiano.
Riflettori che però, improvvisamente, vengono ad affievolirsi e l’Italia ancora una volta, come sarà possibile leggere nell’intervista alla dott.ssa Corni, non cerca di approfondire didatticamente quel che ha davanti ma sceglie di proporre mostre saltuarie, scarsamente direzionate verso ricerche innovative, anzi ancorate al passato ed ai nomi dei grandi maestri indiani.
Nell’ottica proprio di indagare maggiormente gli sviluppi dell’arte indiana contemporanea, si apre l’ultimo capitolo della tesi. Qui, dopo lunghe ricerche, mi è stato possibile presentare parzialmente la nuova generazione di artisti, la generazione 3.0.
Non è la generazione appena uscita dal colonialismo, ma non è neanche la generazione della New Wave. È qualcosa di totalmente nuovo e che ancora deve prendere una chiara forma, ma che seppur cercando di innovarsi e di tenere sempre più facilmente il ritmo evolutivo dell’arte occidentale, continua a guardare e a trarre insegnamenti dal passato. Per poterla presentare in questa tesi ho parlato direttamente con gli artisti ed ho potuto vedere con i miei occhi quali siano i loro rifermenti culturali e i loro obiettivi, così da trascrivere fedelmente una fotografia della situazione attuale.
Sebbene l’obiettivo sia stato possibile raggiungerlo solo parzialmente, in quanto sarebbe impossibile descrivere la totalità di universi contenuti dall’India pienamente ed esaustivamente, i dati proposti, sia economici che artistici, sono stati aggiornati fino a pochi mesi prima dell’ultima stesura di questa tesi al fine di avvicinarsi quanto più possibile ad una idea di presente. |
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