Abstract:
L'aumento della competitività a livello di mercato ha portato gli intermediari finanziari a far confluire risorse nello sviluppo dei processi di risk management rendendoli a partire dagli anni 70' funzioni fondamentali all'interno della governance d'impresa.
Una delle più importanti forme di rischio che gli intermediari devono fronteggiare è il rischio di tasso di interesse, ovvero il rischio che variazioni nei tassi di interesse possano influenzare in modo avverso il margine di profitto dell'intermediario e/o il suo valore di mercato. La necessità di gestire tale situazione ha portato allo sviluppo di modelli per la misurazione del livello di esposizione sempre più evoluti e all'attuazione di strategie per la sua gestione al fine di mantenere la situazione ad un livello concorde con la politica strategica di business.
Lo sviluppo nell'ambito del rischio di tasso di interesse è stato supportato anche dall'attenzione rivolta dalla normativa di vigilanza nel settore bancario. Il riconoscimento della rilevanza della materia è rispecchiato nell'inserimento di tale rischio all'interno del secondo pilastro di Basilea e all'attenzione con cui il comitato ha articolato le disposizioni al fine di imporre agli istituti bancari la dotazione di modelli che permettano di mantenere aggiornata la situazione relativa all'esposizione derivante dalla situazione di bilancio.
A conclusione della trattazione viene svolta un'analisi empirica per andare ad evidenziare i modelli utilizzati dagli istituti bancari italiani per la determinazione dell'esposizione al rischio di tasso sulla base di quelli proposti nelle disposizioni di vigilanza per le banche (circolare n.285 del 17 dicembre 2013).