Abstract:
Il sorprendete sviluppo della Repubblica Popolare Cinese, dall'avvio delle riforme post maoiste, è una realtà universalmente riconosciuta. La crescita economica del Dragone asiatico ha spiazzato le principali potenze mondiali, ma non solo, il Paese è stato in grado di integrarsi nel nuovo sistema globale, conquistando una posizione di leader.
L’esplosione economica, avvenuta a seguito del processo di apertura avviato dal Presidente Deng Xiaoping, ha permesso uno sviluppo sociale ed economico senza precedenti, strappando milioni di cittadini alla povertà, innalzando il reddito individuale e il benessere dell’intera società. I numeri che riguardano l’economia del Gigante asiatico sono rappresentativi, la Cina si qualifica come primo paese manifatturiero, primo esportatore e nuovo protagonista degli investimenti diretti esteri.
La rapida crescita ha creato numerose contraddizioni: grandi squilibri sociali, problemi ambientali, l’insufficienza di risorse, l’invecchiamento della popolazione e, tema a cui la leadership sta dedicando attenzione, il problema dell’immagine nazionale. Nonostante la crescente importanza che il paese sta acquisendo e ha conquistato in campo internazionale, tuttavia, risente di una diffusa percezione negativa da parte degli altri paesi. Le critiche da parte dell’occidente nei confronti di temi quali i diritti umani, le dispute territoriali, o comportamenti opportunistici in campo internazionale (accuse che spesso celano una reale preoccupazione nei confronti di questa potenza emergente), dipingono il Paese sotto una luce notevolmente negativa.
La questione presa in carico dalla leadership è quella di migliorare l’immagine nazionale, al fine di riacquisire il titolo e il ruolo internazionale di “regno di mezzo”. La diffusione nel Paese della teoria del Soft Power, concepita dal politologo americano J. Nye, ha influenzato numerosi studiosi cinesi, prefigurando il cosiddetto potere morbido come valido strumento di miglioramento dell’immagine nazionale.
La nuova politica del Presidente Xi Jinping sta procedendo nella direzione del rinnovamento della nazione, differenziandosi dalle politiche precedenti, in quanto caratterizzata da un atteggiamento più assertivo e proattivo nelle questioni di politica estera. Il grande sogno cinese può essere la sintesi delle nuove politiche introdotte, ossia, riuscire a portare il Paese alla gloria internazionale e far sì che la popolazione possa godere di un benessere diffuso. Sogni ambiziosi che posso realizzarsi attraverso nuovi modelli di cooperazione basati sui concetti di sviluppo pacifico e di win-win cooperation.
Il nuovo colossale progetto della Via della Seta rappresenta il rinnovato atteggiamento della leadership nelle questioni di politica estera. Ricalcando il celeberrimo percorso, che congiungeva l’Asia e in particolar modo la Cina al Vicino Oriente e al bacino del mediterraneo attraverso rotte commerciali che trasportavano merci preziose, l’attuale progetto vuole ripercorrere tale corridoio commerciale e strategico al fine di collegare numerosi paesi dell’Asia Orientale, Centrale, dell’Africa all’Europa. Attraverso suddetto progetto la Cina si pone come centro d’influenza e paese di riferimento dell’area, riuscendo a trovare nuovi canali di sbocco per l’esportazione e per l’investimento. La Nuova Via della Seta può essere concepita come il progetto più importante della strategia di sviluppo a lungo termine della Repubblica Popolare e in generale della politica estera e anche come potenziale mezzo di ristrutturazione dell’economia. La speranza di Pechino è che diventi una strategia efficace per plasmare lo sviluppo dell’economia nazionale e delle attività di politica estera.