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Giorgio Ennas
Presentazione della tesi di laurea magistrale:
Ottoman élites and modernisation actors
La tesi ha come tema centrale il binomio di “Modernizzazione-Occidentalizzazione”. L’analisi si muove all’interno di un arco di tempo, che va dal 1826 al 1912, e prende in considerazione una particolare entità socio-politica, il tardo Impero ottomano.
Questo lavoro analizza un particolarissimo caso di studio, quello del tardo Impero ottomano. Le velleità colonialistiche degli stati europei nei confronti di quella che era stata la principale potenza islamica del Vicino Oriente in Età moderna presenta caratteri rilevanti e unici. Escludendo l’espansione europea sulle province periferiche dell’Impero tra XVIII° e XIX° secolo, la colonizzazione militare effettiva avvenne solo con la fine della Prima Guerra Mondiale, alla quale l’Impero partecipò alla pari delle altre potenze europee, e con il Trattato di Sèvres del 10 agosto 1920.
Fino alla Prima Guerra Mondiale l’Impero ottomano era riuscito a mantenere la propria indipendenza e gran parte del territorio imperiale attraverso un complesso gioco diplomatico che aveva visto coinvolta in primo piano, fin dall’inizio del XVIII° secolo, una nuova classe in ascesa, quella dei Paşa.
Si trattava di una nuova classe dominante, che trovava plausibilità nell’attività amministrativa e diplomatica e che basava la sua autorità all’interno della società ottomana sulla conoscenza delle lingue occidentali e sui suoi legami diplomatici con i principali stati europei del Settecento e dell’Ottocento. La sua formazione era stata voluta e appoggiata dal potere centrale fin dall’epoca conosciuta come Lâle Devri (1703-1730). Il sultano Aḥmed III, il gran visir Damad Ibrahim Paşa e i loro successori progettarono consapevolmente la formazione di una nuova élite “di penna” che potesse fungere da intermediaria tra l’Impero ottomano e i più moderni tra gli stati dell’Europa. Questa élite, educata nell’ammirazione delle tecniche, delle culture e dei sistemi di vita sviluppati nei paesi più avanzati del continente europeo avrebbe dovuto portare avanti un processo di sviluppo prendendo a modello quelli considerati più “evoluti”. Tale processo può essere rapidamente descritto attraverso il binomio di Modernizzazione-Occidentalizzazione.
Questo processo mirava, attraverso una serie di riforme “modernizzatrici”, ad adattare e conformare il sistema ottomano a quello europeo. Nel particolare, queste riforme, che ebbero luogo soprattutto nel corso del XIX° secolo, ebbero come fine l’importazione e l’adattamento di idee e di strutture burocratiche, elaborate nei paesi caratterizzati dalla cosidetta “cultura occidentale”, alla realtà ottomana.
Questo processo di “modernizzazione”, ebbe la responsabilità di traghettare nell’ Impero ottomano e attraverso questo, in buona parte del Medio Oriente, numerose strutture culturali e politiche del mondo europeo. Tale processo di “importazione” o di “migrazione” delle idee cambiò radicalmente le società islamiche che caratterizzavano la zona del Vicino Oriente.
La cultura “Neo-ottomana”, na |
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