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Grazie al mio percorso accademico, con il corso di laurea in Economia Aziendale in primis e successivamente con il corso di laurea magistrale in Amministrazione, Finanza e Controllo, ho potuto elaborare ed approfondire gli aspetti economico-finanziari di quello che è indubbiamente lo sport più popolare al mondo e al tempo stesso una mia grande passione: il calcio.
La finale dei Mondiali del 2014 è stata vista da circa un miliardo di persone in tutto il mondo , dato che da solo esprime efficacemente il livello di penetrazione presso il pubblico di questo sport e ne certifica la rilevanza sociale.
Non che dal punto di vista economico il calcio rappresenti un fenomeno di scarsa rilevanza, ma di certo stiamo parlando di un settore industriale non così grande come si potrebbe immaginare: nel 2010 i ricavi complessivi delle 734 squadre europee di prima divisione erano pari a circa 12,8 miliardi di euro, pressappoco lo 0,1% del prodotto interno lordo dell’Unione europea, mentre in Italia il valore della produzione del calcio professionistico nella stagione sportiva 2010-2011 ammontava a circa 2,5 miliardi di euro, circa lo 0,15% di PIL (Boeri, 2012). Ma come scrive Tito Boeri “il calcio cattura l’attenzione umana e, come tale, merita grande attenzione da parte di chi, come l’economista, studia l’allocazione di risorse scarse” (Boeri, 2012).
Un momento di cruciale importanza per ogni società di calcio è rappresentato dalle campagne acquisti: il raggiungimento del risultato sportivo, che genera un ritorno economico cruciale per i bilanci societari, è infatti strettamente correlato alle capacità dei giocatori acquistati (Lenzi & Sottoriva, 2013). Durante la sessione estiva di calciomercato del 2015 i media italiani hanno dato gran risalto a un fenomeno già diffuso invero da diversi anni, soprattutto in Sudamerica: le third-party ownership (TPO). Il motivo di tale rilievo mediatico è da attribuirsi precipuamente, se non esclusivamente, alla controversa trattativa di acquisizione delle quote azionarie dell’A.C. Milan S.p.A. da parte del broker thailandese Bee Taechaubol, il quale avrebbe dovuto “servirsi” in qualità di consulente di mercato di Nelio Lucas, amministratore delegato di Doyen Sports Investments, uno dei principali fondi d’investimento legati alle TPO. |
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