Abstract:
La tesi esplora il rapporto vigente tra i media americani (emittenti televisive e carta stampata) e la politica estera intrapresa dal governo americano. Introducendo inizialmente i caratteri essenziali del giornalismo, della comunicazione (in particolar modo quella visiva) e del consenso televisivo, il mio lavoro si concentra poi sulla nuova modalità di fare giornalismo. Il sopraggiungere del canale CNN, l’emittente televisiva statunitense all-news visibile via cavo, e l’intensificata professionalizzazione della comunicazione politica hanno stravolto il giornalismo e il processo decisionale politico tradizionali, tanto da coniare l’espressione effetto CNN. Tale teoria cerca di spiegare l'influenza che le emissioni televisive che trasmettono notizie 24 ore al giorno hanno sul clima politico ed economico generale. Stando alle tre maggiori interpretazioni dell’effetto CNN, i media possono essere considerati come pianificatori dell’agenda politica, acceleratori del processo decisionale o, al contrario, come un ostacolo al raggiungimento di obiettivi geopolitici. La terza parte dello scritto analizza il caso specifico della Somalia e, con l’aiuto di analisi e dati raccolti da importanti emittenti televisive e giornali, ho cercato di individuare se sia effettivamente possibile parlare di un effetto CNN applicato al caso somalo. Infine, nel corso del quarto ed ultimo capitolo, ho individuato le conseguenze reali, positive e/o negative, dell’effetto CNN sulla gestione dei conflitti arrivando a sostenere che soffermarsi solo ed esclusivamente sul presunto effetto dei media rischia di non cogliere il nocciolo della questione.