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Il lavoro è, da sempre, una categoria al centro della riflessione filosofica e pedagogica e innegabilmente appartenente all’ambito della verità dell’umano.
Anche oggi, nella società attuale, esso è protagonista di una profonda ridefinizione: assistiamo all’emergere di nuove forme (smart working, robotizzazione, industria 4.0) riconducibili a un nuovo paradigma strutturale, organizzativo e culturale di lavoro.
La tensione interrogativa che attraversa l’intera analisi, è comprendere se e in che modo le nuove forme del lavoro possano orientarsi verso un modello di sviluppo a misura di persona, capace cioè di coniugare produttività, crescita personale e territoriale, innovazione e ben-essere sociale. Ridefinendo il rapporto tra agire lavorativo da un lato e identità personale, ruolo della tecnologia, socialità dall’altro, ci si chiede cioè se le nuove forme del lavoro sono in grado di favorire realizzazione e funzionamento personali, sviluppo dell’identità intrapersonale e interpersonale, traiettorie di significatività, spazi di partecipazione, processi di scelta e di apprendimento, legami relazionali e sociali significativi.
La risposta individuata è rappresentata dalla formazione quale pratica che, per mezzo dell’istaurazione di un benessere e di una cittadinanza organizzativi autentici, dà vita a una socialità matura, solidale, responsabile, a sua volta base per l’edificazione di un’opera di civiltà a fondamento di un nuovo umanesimo. |
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