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Tra l’universale e il particolare, tra il soggettivo e l’oggettivo inizia il viaggio di questa misteriosa arte. Lo potete già sentire mentre si mostra agli occhi umani correndo tra le cellule recettrici. Di seguito vi addentrerete nella sua conoscenza più profonda. Potrete gustarlo e rigustarlo e, confrontandovi con E. Peynaud, chiedervi se sia, questo, un gusto universale o particolare, se sia, quello, un giudizio oggettivo o soggettivo. Potrete confrontarvi, sempre con lo stesso, sulla virtù e sul vizio del soggetto in questione provando a comprendere se sia il suo essere insondabile o meno. Vi mostrerà il suo pensiero tramite gli studi e la scienza. Successivamente potrete adagiare i passi del vostro pensiero sulla linea del tempo che vi condurrà dentro l’analisi, trattata da K. Marx, sulle condizioni miserevoli dei vignaioli della Mosella per, poi, proseguire, tramite W. Benjamin, nell’epoca della riproducibilità tecnica dell’opera d’arte. In questa ricerca di chiarimenti proverete ad interagire con quell’uomo solitario e quasi inavvicinabile che porta il nome di G. Debord. Rifletterete sull’operare capitalista e sulla produzione di esperti per finire, successivamente, a chiedervi cosa sia l’inter-esse e l’interessante attraverso spunti heideggeriani. Con voi parlerà M. Heidegger che, sin dall’inizio, vi chiederà che cosa significa pensare. Accenneremo di arte e di tecnica aiutandovi a pensare che cosa sia il vino con R. M. Rilke, Aristotele e I. Kant, nonostante vi sia, in tutto l’elaborato, una costante esigenza di trovare una risposta a tale quesito. E, giungendo sulla via della conclusione, si parlerà di identità con il sociologo Z. Baumann il quale troverà a suo sostegno accenni di G. Tachis e M. Soldati. Giunti in conclusione non vi accorgerete di null’altro se non del fatto di aver sentito la voce del silenzio gustando il vino nel tempo. |
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