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La sordità è un deficit sensoriale dell’udito che compromette l’acquisizione e lo sviluppo linguistici, altrimenti normali. Questi problemi di comunicazione possono essere evitati sfruttando non il canale uditivo, danneggiato, ma quello visivo, integro. Per questo motivo, la lingua dei segni è considerata la lingua naturale dei sordi. Nonostante possa essere compresa e utilizzata da un numero inferiore rispetto alle lingue orali, ne esistono circa quattrocento varietà, tra cui ricordiamo l’American Sign Language (ASL), la British Sign Language (BSL) e la Langue des Signes Française (LSF). In Italia, la Lingua dei Segni Italiana (LIS) è comunemente utilizzata da una ristretta comunità di sordi, ma sono sempre più gli udenti che si stanno avvicinando a essa. Studi recenti (Bertone, Volpato 2009, Chiri 1995, 2000), infatti, hanno evidenziato che il bilinguismo italiano-LIS, o più in generale, tra una lingua orale e una dei segni, è il metodo educativo più efficace in quanto mette i bambini in condizione di comunicare con entrambe le comunità, sia quella udente che quella sorda, acquisendo una competenza maggiore rispetto a chi viene educato con una sola modalità.
A questo proposito, la sensibilizzazione precoce dei soggetti udenti verso la LIS diventa fondamentale se si vogliono fornire loro gli strumenti necessari utili nella comunicazione con persone sorde, siano esse esterne o interne all’ambito familiare.
Il mio lavoro vuole essere una guida rivolta a neofiti e non, per chiarire dubbi e luoghi comuni sulla sordità e le lingue dei segni. Inizialmente, verrà presentato un questionario originale, insieme all’analisi delle risposte, che metterà in evidenza la scarsa conoscenza che la comunità udente ha della comunità sorda. Successivamente verrà svolta un’analisi teorica della sordità in relazione al senso dell’udito, in cui si presenterà una panoramica dei vari metodi educativi e riabilitativi, in relazione allo sviluppo del linguaggio in caso di sordità. Infine, verranno proposte alcune attività scolastiche, con lo scopo di avvicinare bambini udenti in età scolare alla LIS. In particolare, la dimensione giocosa ha il vantaggio non solo di favorire l’acquisizione di una lingua dei segni, ma anche di ricorrere a una forma di comunicazione realmente utilizzabile da tutti, a differenza della lingua orale che viene ancora preferita alle lingue dei segni. Progetti già esistenti e avviati dimostrano che questo tipo di comunicazione, inclusiva, permette una reale partecipazione di tutti all’atto comunicativo, facendo vivere ai bambini un cambio di prospettiva che permette di capire gli aspetti positivi e negativi di questa realtà. |
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