Maggio 2015: il Tribunale delle donne in Sarajevo. Stupri di massa e giustizia femminista

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dc.contributor.advisor Bianchi, Bruna it_IT
dc.contributor.author Novello, Valentina <1990> it_IT
dc.date.accessioned 2016-10-10 it_IT
dc.date.accessioned 2016-12-23T05:05:08Z
dc.date.available 2016-12-23T05:05:08Z
dc.date.issued 2016-10-28 it_IT
dc.identifier.uri http://hdl.handle.net/10579/8972
dc.description.abstract Nel seguente elaborato si analizza la violenza sessuale perpetrata sulle donne jugoslave durante il conflitto dal 1991 al 1995 e sulla creazione del Tribunale delle donne in Sarajevo. È noto che nel corso della storia le donne sono state oggetto di violenze ed abusi sessuali in ogni conflitto ma, questi fatti sono sempre caduti nell’oblio; gli stessi Balcani hanno visto, in particolare nel Novecento, l’utilizzo delle violenze sessuali di massa come un’arma di guerra. Solo in seguito ai conflitti in Rwanda e Jugoslavia la comunità internazionale, resasi conto dell’entità delle violenze, costituì due tribunali ad hoc che si occuparono anche dei crimini di guerra di natura sessuale. Le violenze sulle donne jugoslave vennero perpetrate da tutte le parti per l’intera durata del conflitto anche se nella maggior parte dei casi erano compiute dalla Serbia. Nel 1993 è stato istituito il Tribunale Internazionale per l’ex Jugoslavia la cui giurisprudenza ha contribuito al riconoscimento dei crimini sessuali in guerra come crimini di guerra, crimini contro l’umanità e come tortura. Sia il Tribunale che le corti nazionali hanno però dei limiti nella loro attività, in particolare riguardo la protezione ed il supporto psicologico delle vittime, ma hanno anche problemi e lungaggini nell’assegnare riparazioni. Nonostante i vent’anni di attività del Tribunale, molti criminali sono ancora liberi e a livello nazionale le vittime vengono corrotte e minacciate per modificare le testimonianze o spingerle al silenzio. Nel maggio 2015 si è svolto il Tribunale delle donne in Sarajevo per dare maggiore visibilità alla violenza sessuale in tempo di guerra e di pace, dare voce alle donne e alle loro esperienze in modo tale da comprendere perché si è verificato tutto ciò. Il Tribunale ha riconosciuto come i tutti i paesi coinvolti nel conflitto siano responsabili per i crimini sessuali commessi, in particolare la Serbia, ma anche gli stessi cittadini. Durante i lavori le donne hanno chiesto di avere giustizia per sé stesse e per i loro familiari, hanno chiesto la costituzione di una società democratica in cui venga inclusa una giustizia basata sul genere. Hanno dimostrato una generale sfiducia nell’attività dei tribunali a causa dell’elevata impunità, hanno sottolineato anche la mancanza di aiuti e supporto nei loro confronti. Dopo i lavori del Tribunale in Sarajevo sono stati registrati dei miglioramenti nel Codice Penale della Bosnia-Erzegovina: è stato integrato il crimine di sparizione forzata, la definizione del crimine di tortura e di violenza sessuale sono stati adeguati agli standard internazionali. Un altro passo in avanti è stato registrato nel giugno 2015 quando dei tribunali locali hanno riconosciuto delle riparazioni a delle vittime di stupro, in questo modo non hanno dovuto iniziare dei nuovi procedimenti come avveniva in passato. Rimangono ancora da adottare delle leggi riguardanti le riparazioni e i programmi riabilitativi. Se si vuole costituire una pace duratura è fondamentale adottare una prospettiva di genere per tener conto dei bisogni e delle necessità delle donne, per fare ciò le si deve coinvolgere nei procedimenti di pace e nella ricostruzione delle società dopo un conflitto poiché sono le sole che possono portare gli interessi delle donne stesse. it_IT
dc.language.iso it_IT
dc.publisher Università Ca' Foscari Venezia it_IT
dc.rights © Valentina Novello, 2016 it_IT
dc.title Maggio 2015: il Tribunale delle donne in Sarajevo. Stupri di massa e giustizia femminista it_IT
dc.title.alternative it_IT
dc.type Master's Degree Thesis it_IT
dc.degree.name Relazioni internazionali comparate - international relations it_IT
dc.degree.level Laurea magistrale it_IT
dc.degree.grantor Scuola in Relazioni Internazionali it_IT
dc.description.academicyear 2015/2016, sessione autunnale it_IT
dc.rights.accessrights openAccess it_IT
dc.thesis.matricno 988050 it_IT
dc.subject.miur it_IT
dc.description.note it_IT
dc.degree.discipline it_IT
dc.contributor.co-advisor it_IT
dc.subject.language INGLESE it_IT
dc.date.embargoend it_IT
dc.provenance.upload Valentina Novello (988050@stud.unive.it), 2016-10-10 it_IT
dc.provenance.plagiarycheck Bruna Bianchi (bbianchi@unive.it), 2016-10-24 it_IT


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