Abstract:
La rivoluzione burkinabé, scoppiata il 4 agosto 1983 e guidata da Thomas Sankara, ha prodotto diversi importanti cambiamenti politici, economici e sociali nel Burkina Faso. Forse il segno più importante l'ha lasciato nelle menti e nei cuori della popolazione burkinabé: la convinzione che le cose si possono cambiare con coraggio e determinazione, che nulla è già deciso e che si può dire “no”, sia pur pagandolo a caro prezzo, a meccanismi di assoggettamento e impoverimento imposti dai grandi poteri internazionali. È questo il messaggio che la rivoluzione di Sankara ha lasciato, non solo in Burkina, ma in tutta l'Africa.
Il paese degli Uomini Integri, al 183esimo posto nella classifica dell'Indice di Sviluppo Umano, versava e versa tuttora nella miseria, con problemi di ogni sorta: ma con l'esperienza vissuta negli anni ‘80 ha acquisito la consapevolezza che le cose non sono sempre state così, che ci sono cause storiche precise di questa condizione di miseria. Tali cause sono: il colonialismo prima, la “ri-colonizzazione” poi. Queste sono le radici dei problemi sia del Burkina che di tutti gli Stati africani che hanno subito eventi storici simili nei secoli passati. Ecco perché Sankara è considerato una speranza per tutti i popoli oppressi, africani e non.
L'obiettivo di questo elaborato è quello di mettere in luce tali cause e dimostrare come gli effetti prodotti da esse continuino a ripercuotersi sul popolo burkinabé, senza che vi siano sostanziali miglioramenti, ad eccezione dei quattro anni di governo di Sankara.