Abstract:
Lo scopo della tesi è quello di affrontare un importante aspetto della fine del regime fascista in Italia, cioè il periodo della resa de conti con l’avvento dell’epurazione 1943 1948, con un occhio particolare al contesto veneto e in particolare all’ambiente padovano. L’epurazione è un fenomeno inizialmente violento che esplode nei territori inizialmente liberati per estendersi poi al nord dopo il crollo della Repubblica Sociale Italiana; viene poi regolamentato dalle varie legislazioni che si sono sedimentate in Italia (Alleati, Regno, zone ex RSI). L’epurazione ha poi due grosse branche di azione: quella penale che colpisce i criminali fascisti e quella amministrativa, che riguarda di più la perdita del lavoro e altre sanzioni minori. La ricerca effettuata presso l’Archivio di Stato di Padova e presso il CASREC dell’Università di Padova ci hanno permesso, sebbene con molte falle temporali, di ricostruire alcuni casi di studio. L’Archivio di Stato ha restituito documenti su criminali di guerra e in particolare sul caso Santoro, in un periodo compreso tra la fine del 1943 e i primi mesi del 1945 a Padova, finto partigiano che consegna in mano alla famigerata banda del maggiore Carità i vertici della resistenza Padovana facendo colpevolmente uccidere uno di loro. Il CASREC, invece, ha restituito casi spalmati sulla realtà veneta. Valga per tutti l’epurazione delle ditte private, raccolte per provincia, dove si presentano i procedimenti per escludere molte di esse, che avevano collaborato con i tedeschi, dal partecipare a pubbliche gare. Un altro caso molto significativo è quello dell’epurazione del personale del comparto dell’Arsenale di Venezia, processato e in alcuni casi licenziato per collaborazionismo con i tedeschi. Infine, si segnala la presenza di tre casi di padovani inediti, provenienti da un fondo privato, epurati.