Abstract:
La piena appartenenza del persiano al panorama linguistico sudasiatico è ormai ampiamente riconosciuta dagli studiosi: prima di essere lingua sudasiatica, tuttavia, il persiano è una lingua eurasiatica. Nata nel Khorasan nord-orientale, alle soglie del mondo centrasiatico, la letteratura persiana sin dalle sue origini è attraversata da immagini e temi appartenenti allo scenario culturale dell'Eurasia intera nella sua vastità, dal mondo turco nomade e semi-nomade a quello cinese. Nonostante questo aspetto sia generalmente riconosciuto, le modalità in cui il persiano ha saputo, in virtù di questa sua natura costitutivamente "aperta", dire l'altro e gli altri è ancora in gran parte da indagare. Uno scavo degli elementi "cinesi" contenuti nel Jawami al-hikayat, un opera vastissima composta da Sadid al-Din Awfi, intellettuale centrasiatico emigrato nel subcontinente indiano alle soglie dell'invasione mongola, rappresenta un primo passo in questa direzione. L'obiettivo è quello di mettere a fuoco in che modo il persiano della tardissima età selgiuchide, che rappresenta l'apice culturale di un mondo che scomparirà sotto i colpi dei mongoli, dica lo spazio cinese e i popoli che lo abitano.