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"Ricco, nuovo e originale. Nessuno aveva dato per dieci lire tante cose": con questa frase P. M. Bardi sintetizza l'esperienza di "Lo Stile", periodico creato e diretto da Ponti tra il 1941 e il 1947, nel suo periodo lontano da "Domus".
A seguito di uno spoglio sistematico e inedito di "Lo Stile", mi sono concentrata sull'analisi delle molteplici tematiche trattate dalla testata, dall'architettura all'arte, dall'arredamento alla letteratura, con un approfondimento sull'artigianato tessile e il merletto. La promozione di quest'arte era volta alla riscoperta e alla valorizzazione delle radici tradizionali, ma con una particolare vocazione internazionalista con lo scopo di rilanciare e promuovere l'artigianato d'arte anche in Europa, in una sinergica collaborazione tra stampa specializzata ed esposizioni. L'artigianato tessile secondo la visione di Ponti, è "una delle più delicate, belle e gentili espressioni del lavoro umano" da arrivare a considerare una materia prima italiana, che va tutelata come patrimonio per le future generazioni.
"Fili" offre uno sguardo tecnico ma anche critico su questa produzione d'arte, attraverso una serie di articoli che ne raccontano la storia, l'evoluzione, le tecniche e i materiali, con una costante attenzione a mettere in luce l'eccezionalità di questi manufatti, unici nel panorama europeo. In quanto rivista femminile "Fili" assume un ruolo importantissimo durante la guerra come incoraggiamento per le donne, invitandole a curare di più il loro la loro persona, ma soprattutto il loro intelletto, in modo da conservare una certa libertà di vita e pensiero anche nelle difficoltà.
Allo stesso modo "Lo Stile" offre un prodotto editoriale originalissimo, che mostra uno spaccato dell'Italia durante il secondo conflitto mondiale e nell'immediato dopoguerra, filtrato dall'esperienza di nomi illustri dell'epoca come P. M. Bardi, G. de Chirico, E. Rosselli Kuster, P. di Valmarana e molti altri tra architetti, artisti, letterati e critici. |
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