dc.contributor.advisor |
Zendri, Elisabetta |
it_IT |
dc.contributor.author |
Sartori, Martina <1988> |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2016-06-15 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2016-10-07T07:51:24Z |
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dc.date.issued |
2016-07-07 |
it_IT |
dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/8442 |
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dc.description.abstract |
I pigmenti bianchi a base di biossido di titanio, nella forma rutilo e anatasio, sono tra i più diffusi nell’arte moderna e contemporanea. La nota attività fotocatalitica del TiO2 può rendere questo pigmento reattivo nei confronti dei leganti impiegati nella pittura, modificandone l’aspetto e quindi l’impatto visivo. Scopo di questo lavoro di tesi è lo sviluppo di un metodo analitico per distinguere i due polimorfi tetragonali attraverso indagini di tipo non invasivo e lo studio del loro differente comportamento chimico-fisico. Il primo obiettivo di questa tesi consiste nel determinare l’efficacia ed i limiti di rivelabilità di tecniche spettroscopiche vibrazionali non invasive (Raman e FT-IR in riflessione) nel riconoscimento delle due fasi cristalline in sistemi complessi (modelli pittorici ad olio con rutilo e anatasio in miscela tra loro o con altri bianchi). Il secondo obiettivo è comprendere il ruolo di rutilo e anatasio nei processi di degrado che coinvolgono il legante lipidico, sottoponendo delle stesure pittoriche ad invecchiamento termico e fotochimico. L’invecchiamento è stato monitorato tramite FT-IR (in riflessione, trasmissione e ATR), Raman, colorimetria ed analisi termica TG/DSC. I risultati ottenuti hanno evidenziato che entrambe le forme appaiono stabili in condizioni di temperatura e umidità (T=40°C e UR>90%) normalmente sfavorevoli per la pittura ad olio. Mentre i test di invecchiamento fotochimico hanno mostrato che entrambi i polimorfi sono reattivi alla luce, favorendo il degrado del legante lipidico quando irradiato a 280-2000 nm. |
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dc.language.iso |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Martina Sartori, 2016 |
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dc.title |
I bianchi di titanio nella pittura ad olio contemporanea: riconoscimento non invasivo delle fasi cristalline, e studio del loro ruolo nei processi di degrado del legante |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Scienze chimiche per la conservazione e il restauro |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Conservazione e Produzione dei Beni Culturali |
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dc.description.academicyear |
2015/2016, sessione estiva |
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dc.rights.accessrights |
closedAccess |
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dc.thesis.matricno |
987634 |
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dc.subject.miur |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.date.embargoend |
10000-01-01 |
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dc.provenance.upload |
Martina Sartori (987634@stud.unive.it), 2016-06-15 |
it_IT |
dc.provenance.plagiarycheck |
Elisabetta Zendri (elizen@unive.it), 2016-06-27 |
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