dc.contributor.advisor |
Dalla Gassa, Marco |
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dc.contributor.author |
Spadari, Camilla <1989> |
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dc.date.accessioned |
2016-06-14 |
it_IT |
dc.date.accessioned |
2016-10-07T07:51:13Z |
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dc.date.issued |
2016-06-29 |
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dc.identifier.uri |
http://hdl.handle.net/10579/8421 |
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dc.description.abstract |
Il riconoscimento che mondo dell'arte oggigiorno possiede si è sviluppato negli ultimi venti anni. Non solo il numero di persone che si definiscono artisti aumentata enormemente a partire dagli anni ottanta, ma l'atteggiamento della società nei riguardi dell'arte e degli gli artisti è cambiata radicalmente. In Passato, ogni diciottenne che esprimesse il desiderio di frequentare una scuola d'arte riceveva alcuni sguardi divertiti da parte di amici e conoscenti e non veniva preso sul serio. A tale desiderio era infatti spesso posto il veto da parte dei genitori, o almeno veniva posta la condizione che il giovane prima imparasse una vera e propria professione e poi, nel tempo libero, si dedicasse all’arte. Venti anni più tardi, molto meno stupore si genera quando qualcuno sceglie di esercitare un mestiere creativo e l'aura esotica intorno la vocazione dell'artista è in qualche modo evaporata. Oggi, la creatività, l'innovazione, l'autenticità e anche l'idiosincrasia vengono sostenute dal mondo delle imprese e governi.
“Progressive entrepreneur” in inglese è la definizione del nuovo imprenditore; colui che afferra i vantaggi dell’unione tra mercato e artisticità, colui che ha sposato il Post-fordismo nella sua attività e tutti i politicanti che decidono di far incontrare all’interno delle loro città le arti con il quotidiano, in vista di una città creativa, interessante e che può suscitare interesse a livello globale.
In altre parole , l'arte - o almeno il “prodotto artistico” - è stato promosso nel corso degli ultimi venti anni dai margini della società al suo cuore. O, come il filosofo italiano Paolo Virno dichiara, facendo eco lo scrittore tedesco Hans Enzensberger: “l'arte è stato diluita nella società come una compressa solubile in un bicchiere d'acqua.” |
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dc.language.iso |
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dc.publisher |
Università Ca' Foscari Venezia |
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dc.rights |
© Camilla Spadari, 2016 |
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dc.title |
Documentary Photography and Post-Fordism.
A theoretical research on the social conditions of photographers during age of Post-Fordism in the Netherlands and consequent empirical research of the case study: The Sweet and Sour Story of Sugar. |
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dc.title.alternative |
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dc.type |
Master's Degree Thesis |
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dc.degree.name |
Storia delle arti e conservazione dei beni artistici |
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dc.degree.level |
Laurea magistrale |
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dc.degree.grantor |
Scuola in Conservazione e Produzione dei Beni Culturali |
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dc.description.academicyear |
2015/2016, sessione estiva |
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dc.rights.accessrights |
closedAccess |
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dc.thesis.matricno |
822277 |
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dc.subject.miur |
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dc.description.note |
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dc.degree.discipline |
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dc.contributor.co-advisor |
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dc.date.embargoend |
10000-01-01 |
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dc.provenance.upload |
Camilla Spadari (822277@stud.unive.it), 2016-06-14 |
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dc.provenance.plagiarycheck |
Marco Dalla Gassa (dallagas@unive.it), 2016-06-27 |
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