Abstract:
Questo lavoro si pone l’obiettivo di analizzare, nell’attuale contesto internazionale di tensione e conflitto che caratterizza le relazioni tra la Federazione Russa e l’occidente, le motivazioni politiche, economiche e strategiche del cosiddetto "pivot to Asia", processo che comprende sia una ripresa del controllo e dell’influenza sull'estero vicino russo, sia le rinnovate relazioni con la Cina in particolare, con le possibili conseguenze geopolitiche ed economiche sul piano delle più ampie relazioni internazionali. La crisi ucraina, scoppiata nel 2014, ha accelerato infatti un processo già in atto dagli anni ’90: lo spostamento verso oriente dell’asse dell’Eurasia. La Russia, che dopo la dissoluzione dell'URSS ha indirizzato la sua politica verso un’integrazione con l’occidente per divenire finalmente un paese europeo a tutti gli effetti, ha nuovamente assunto, di fronte alla delusione per la mancata integrazione e alle umiliazioni subite, il suo storico ruolo di potenza eurasiatica, da sempre interpretato dall’Impero russo, prima, e dell’Unione Sovietica, successivamente. In particolare, contestualmente all’aggravarsi delle tensioni tra Russia e occidente, si è avviato un processo di riavvicinamento, complesso, non scevro da contraddizioni e difficoltà, ma a questo punto inevitabile, con un nemico storico del paese: la Cina.