Abstract:
Con la presente tesi si cercherà di dimostrare come la Filosofia esistenzialista novecentesca (intesa nel suo senso primario e originale, e cioè in quanto filosofia che abbia un immediato contatto con il vissuto personale) non possa prescindere dall'insegnamento di S. Kierkegaard e da quello di G. Leopardi.
La disperazione, tratto comune dell'esistenza di tutti gli uomini su questa terra, e vero e proprio sottosuolo dell'animo di ciascuno di noi, è il terreno comune sopra il quale si innestano moltissimi pensieri dello "Zibaldone" leopardiano nonchè tre delle più belle poesie del Recanatese, e la grandiosa "Sygdommen til doden" di Kierkegaard. Nella certezza che solo studiando l'uomo a partire dal suo più infimo stadio, quello della disperazione, si possa giungere a conoscere la sua essenza e la sua esistenza reali in quanto fondate ambedue negli atti dello spirito, questa tesi si propone di accostare il poeta italiano e il pensatore danese mettendoli in continua dialettica con la quotidianità reale della vita di ognuno.