Abstract:
La crisi dei rifugiati, e la gestione della pressione migratoria alle frontiere esterne dell'Unione Europea, è divenuta la priorità più urgente che l'Unione si trova ad affrontare oggi. Il recepimento delle direttive europee sul tema delle procedure riguardanti l'accoglienza, è avvenuta a seguito dall'approvazione da parte della Commissione dell'Unione Europea del secondo gruppo di misure normative in materia di asilo, in attuazione dell'Agenda Europea sull'immigrazione e l'asilo, adottata nel maggio 2015 e basata su principi di solidarietà e responsabilità tra gli stati.
Nonostante l'immigrazione sia diventata elemento strutturale, in Italia il carattere emergenziale che gli è da sempre stato attribuito, continua a giustificare l'affidamento della sua gestione alla discrezionalità degli organi di polizia, attraverso l'applicazione di prassi spesso contrarie in primis alla legge e alla Costituzione, nonchè alle norme del diritto comunitario e alla convenzioni internazionali provocando una continua violazione dei diritti fondamentali della persona, già in una condizione di debolezza.
Così sta avvenendo anche dopo l'entrata in vigore del D.lgs 142/2015, attuazione della direttiva 2013/33/UE. Nel mio lavoro di tesi, dopo un breve excursus storico normativo sul tema dell'asilo e sulle modalità di accoglienza italiane applicate fino ad oggi, tratterò la questione dei cosiddetti Hotspots, luoghi istituiti nei centri di sbarco privi di natura giuridicamente vincolante, la cui funzione viene eslicitata nella Roadmap italiana presentata alla Commissione Europea dal Minstero dell'Interno, un documento il cui intento dovrebbe essere quello di rafforzare l' impegno per il Sistema Europeo Comune di Asilo, al fine di garantire una migliore capacità, qualità ed efficienza del sistema di accoglienza italiano. Avviene tuttavia, anche in mancanza di un regolamento attuativo previsto entro marzo 2016, che all' interno di questi centri, dove operano le forze di polizia italiane supportate da Frontex, Europol, Eurojust ed EASO, vengano applicate prassi discrezionali e lesive finalizzate a definire sommariamente la posizione giuridica dello straniero, compromettendo la possibilità di richiedere protezione internazionale e di ricevere le informazioni e le tutele necessarie, così come dettato dal decreto.
L'attuale politica italiana si inserisce in un contesto europeo nel quale continua a prevalere l'indirizzo secuitario nella gestione dell'immigrazione e per questo motivo il tema dell'accoglienza e del rispetto dei diritti umani continua ad essere oggetto di preoccupazione da parte di enti e assoziazioni che formano il Tavolo Nazionale Asilo.
L'ultimo capitolo che presenterò riguarderà l'analisi di una best practice del sistema di accoglienza italiano messa in atto dal Ciac di Parma, l'accoglienza di rifugiati in famiglie, per sottolineare come nonosante le criticità presentate dall'attuale sistema di accoglienza, esistano realtà virtuose finalizzate all'integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati, che coinvolgono istituzioni, il terzo settore e in maniera sempre crescente la società civile.