Abstract:
Il lavoro di tesi analizza ed affronta il tema dell’Agricoltura Sociale (AS) come uno degli strumenti più innovativi in grado di coniugare le esigenze di rinnovamento e rigenerazione del welfare italiano con la necessità di sviluppo di un’agricoltura multifunzionale e moderna che riesce a dar vita a funzioni secondarie e a servizi aggiuntivi a beneficio dell’intera società.
L’obiettivo specifico di questo lavoro è stato rintracciare quanti più elementi innovativi presenti o in fase di sviluppo vi fossero in AS in Friuli Venezia Giulia, raccogliendo almeno per ogni provincia un’esperienza significativa sviluppatasi non solo all’interno di aziende produttive di inclusione sociale e lavorativa agricola ed ibride, ma anche all’interno di associazioni e cooperative sociali che gestiscono attività produttive di inclusione sociale e lavorativa.
La metodologia utilizzata nell’analisi delle esperienze di AS è stata quella della ricerca etnografica condotta con l’uso sia dell’intervista dialogica, rivolta agli imprenditori agricoli, al mondo della cooperazione sociale, ma anche ad operatori socio – sanitari, educatori, psicologi psico-terapeuti, che dell’osservazione partecipante attraverso la partecipazione ad alcune attività promosse da tali soggetti. Sono state così redatte, secondo il metodo del diario etnografico, delle note di campo al fine di ottenere da una prima lettura degli elementi rilevanti e ricorrenti, dei concetti sensibilizzanti e definitivi e quindi delle keyword. La seconda fase della ricerca è stata quella di effettuare una comparazione tra le differenti esperienze raccontate ricercando sia elementi ricorrenti che innovativi al fine di dare maggiore visibilità a tale pratica presente nella Regione Friuli Venezia Giulia, nell’ottica di offrire ai diversi attori del territorio - istituzionali e non - occasioni di incontro e approfondimento.
Le conclusioni evidenziano benefici ed opportunità di miglioramento nella vita delle persone svantaggiate inserite in progetti di AS ma criticità nella conoscenza dell’argomento. L’AS risulta infatti essere un fenomeno ancora troppo poco conosciuto, prima ancora che poco condiviso, sia a livello nazionale che regionale, e difficile nelle sue profonde credenze, per eccesso di frammentarietà delle esperienze e per carenza di una cultura soprattutto dirigenziale-manageriale necessaria allo sviluppo di pratiche di inte(g)razione fra politiche, servizi e persone in una innovativa cultura di sistema, la cui soluzione del “fare rete” su vari livelli resta la soluzione più ovvia e fattibile.