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In questo lavoro si fa riferimento alla logistica civile, e non a quella militare. La logistica è una disciplina giovane: inizia ad interessare i manager delle aziende all'inizio degli anni '70. Essa si occupa della gestione del movimento fisico dei materiali da lavorare (materie prime, semi-lavorati) e del relativo flusso informativo da monte a valle (e viceversa), attraversando tutte le fasi del processo di produzione, finché il materiale non sia trasformato in prodotto finito e, dunque, pronto per la vendita. Questo è per ottimizzare al massimo i profitti da ricavare.
Nella prima parte della tesi ho cercato di chiarire il contesto sociale, economico e politico in cui la logistica nasce come funzione aziendale. Sono partito dal fordismo-taylorismo per poi passare al sistema Toyota (Just in time e la riduzione al massimo dei tempi morti, quelli che non producono profitto). In altre parole: dalla "one best way" alla produzione "snella". Ho voluto, in questo primo paragrafo, illustrare quanto questi regimi di accumulazione capitalistica pretendono dalla forza-lavoro viva, in termini di flessibilizzazione e precarizzazione. Concludo questa parte con una breve descrizione dell'avvento del neoliberismo. A mio avviso esso è un pensiero sistemico portato avanti dalle classi dominanti contro le classi dominate. Intendo il neoliberismo come una ideologia delle diseguaglianze e dello sfruttamento dello uomo e della natura assieme. Dedico un ulteriore paragrafo al nesso tra logistica e globalizzazione del capitale: la merce prodotta dal lavoro umano nei laboratori del capitale è l'oggetto primario degli scambi commerciali su scala internazionale (Oggi l'82% del commercio estero è costituito da beni). La logistica, difatti, è al servizio di tale processo; essa svolge una funzione di regia per eccellenza per quanto concerne la coordinazione e il governo del movimento di merci nei/tra i paesi e attraverso i continenti. Senza la logistica il traffico merci, l'integrazione dell'economia, l'interdipendenza dei mercati, le delocalizzazioni su scala mondiale e le aziende multinazionali non si realizzano o, per lo meno, non in un modo intenso e complesso come figura la realtà di oggi.
Dedico il secondo capitolo a delineare i sottosistemi della logistica: distributiva, di produzione, di approvvigionamento e le scorte. Inoltre, traccio una evoluzione del concetto di logistica attraverso gli anni, fino ad arrivare al concetto di Gestione della catena di fornitura (SCM), e il ruolo peculiare svolto dalle Tecnologie dell'Informazione e della Comunicazione (Ict).
Concludo questa prima parte trattando il sistema logistico italiano: il sistema degli interporti e il trasporto merci (su gomma, marittimo, ferroviario e aereo).
La seconda parte della tesi è dedicata, invece, alle condizioni di lavoro dei facchini negli interporti. Nello specifico analizzo la lotta delle operaie e operai della cooperativa Mr Job, operante nell'interporto di Bologna, che ha in appalto una parte delle fasi di lavorazione del "fiore all'occhiello italiano" (espressione dell'attuale capo del governo) Yoox. Il lavoro nella Cooperativa assume connotati schiavistici, al limite dell'esagerazione: razzismo, sessismo, insulti e umiliazioni di ogni genere, da parte di alcuni responsabili, che caratterizzano le giornate di lavoro nella cooperativa Mr Job. Ma la reazione dei lavoratori contro codesti non si è fatta attendere molto. Fondamentale risulta il ruolo del Si-Cobas (sindacato di base molto presente nel settore della logistica) ad organizzare gli operai, nonché il formidabile aiuto di diversi solidali. Inoltre è molto discutibile, a mio avviso, l'azione condotta da parte dei sindacati confederali e una fetta di dirigenti dello stato. |
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