Abstract:
Assistiamo oggi a una proliferazione di iniziative culturali ed educative che ruotano attorno alla questione gender. Nonostante ciò, manca un consenso unanime riguardo al significato della parola
a all’origine della questione. Il temine gender nasce negli anni Cinquanta nell’ambito della psicosessuologia con intento di nominazione, per indicare la condizione dei bambini intersessuati. Proposto come nuovo paradigma al posto di quello della differenza sessuale, il termine gender indica il come si diventa in contrapposizione al sex, che indica il come si nasce. Uscito dall’ambito della psicosessuologia, il gender si afferma come costruzione sociale del sex, indicando quei processi di socializzazione e di costruzione sociale in cui il maschile e il femminile sono coinvolti. Uno dei maggiori punti di svolta, è dato dal femminismo radicale dove si afferma un gender feminism per cui il gender indica la divisione in classi sessuali prodottasi all’interno del patriarcato eteronormativo. Negli ultimi anni del Novecento, la riflessione sul gender si inserisce all’interno della riflessione filosofica del femminismo post-strutturalista, finendo per proporre, soprattutto grazie all’opera di J. Butler, una svolta antropologica, il cui obiettivo è il superamento del quadro normativo dell’humanum, sostituito con una nuova normatività di genere. La de-costruzione e la successiva ridefinizione dell’umano aprono la strada a una sua progressiva liquefazione nel post-umano.