Abstract:
Dalla svolta educativa del museo, che avviene concretamente in Italia dalla seconda metà del Novecento, il pubblico dell'infanzia, in particolare quello scolastico, ha ricevuto un'attenzione speciale da parte degli istituti museali. Questo, però, perdendo spesso di vista le caratteristiche tipiche dei bambini e le loro diverse esigenze conoscitive rispetto all'adulto. La tesi vuole, basandosi su casi recenti e passati di progetti e teorie educative, andare a ricercare un modello più efficace di didattica museale: un approccio che tenga presente la funzione pedagogica del museo e l'importanza della creatività infantile come mezzo non solo di intrattenimento e attrazione ma anche di effettivo apprendimento. Questo progetto di ricerca si sviluppa partendo dall'interesse fenomenologicamente fondato per l'infanzia del filosofo francese Maurice Merleau-Ponty che, in particolare nelle sue critiche alle tesi sul disegno infantile di Georges-Henri Luquet e alla sua concezione del bambino come "adulto mancato", offre interessanti spunti su un modo di trattare l’infanzia, non dall'alto, ma come un periodo di estrema fertilità e genuinità percettivo-conoscitiva. In secondo luogo, viene analizzata l'attività artistica, editoriale e laboratoriale dell’artista milanese Bruno Munari che, facendo scendere l'artista contemporaneo dal piedistallo e aspirando a un'arte più democratica e vicina al pubblico, s’interessa all'infanzia considerandola uno stato di grazia conoscitiva che non dovrebbe cessare neanche in età adulta. Il suo avvicinarsi al mondo infantile, stimolatogli dalla nascita del figlio, lo porta negli anni Settanta del Novecento a realizzare i primi esempi di laboratori museali in Italia che restano un punto di riferimento per qualsiasi esperienza di questo tipo sviluppatasi negli anni successivi. Per mostrare le potenzialità e le criticità dell'approccio pedagogico attivo dei musei e individuare un metodo didattico che permetta la creazione di valore, combinando concetti come accessibilità, comunicazione, manualità, creatività e apprendimento, la terza parte del lavoro analizza alcune realtà museali attuali, sia italiane sia austriache. Tramite interviste e incontri con i professionisti di questo settore si è potuto analizzare direttamente ciò che avviene in quest’ambito, oggi più centrale del passato, della didattica museale. La tesi vuole, in questo modo, dimostrare l’importanza di un approccio metodico e accurato e non approssimativo e generico al pubblico infantile, non solo come potenziale futuro pubblico ma come cittadinanza a cui il patrimonio veicolato, tangibile e intangibile, appartiene, nella forte consapevolezza che i musei oltre che luoghi di conservazione debbano essere luoghi di educazione.