Abstract:
Con questo lavoro si intende studiare gli spazi dei monasteri femminili veneziani dopo il Concilio di Trento, in particolare le modifiche architettoniche attuate dopo l’istituzione della clausura. Si sono esaminate le infrazioni ed effrazioni commesse allo spazio claustrale che figurano come tentativi di conquista di “spazi d’azione” che vanno a compensare la libertà che fin dal principio fu tolta alle donne. Siamo di fronte ad aperte ribellioni al sistema delle monacazioni forzate che, oltre a dimostrare la precarietà del sistema claustrale, comunicano la sofferenza data dalla sostanziale prigionia a cui erano destinate e la loro risoluta reazione a quella stessa forma di incarcerazione.
Ci si propone di ragionare sulle relazioni tra spazio e genere, con particolare riferimento alla clausura in quanto spazio costruito e destinato esclusivamente alle donne che si intendevano separare dal mondo. Tenendo conto di queste premesse sarà poi rivolta maggior attenzione ai parlatori, in quanto spazio pienamente conquistato, e alle sue raffigurazioni pittoriche come una possibile testimonianza figurativa che, assieme ai documenti, può aiutarci a ricostruire quel complicato ed intricato spazio architettonico e sociale.