Abstract:
Questa tesi si propone di analizzare il design, come processo di innovazione strategica, sotto diversi punti di vista.
In primo luogo vengono spiegati i concetti di design, disegno industriale e viene definita la figura del designer. Attraverso questa analisi vengono poi esaminate delle relazioni importanti con l’estetica (quindi che ruolo gioca la componente estetica e del gusto all’interno del design) e con la semiotica (gli oggetti cosa vogliono dire, che significato assumono nel momento in cui si usufruiscono). Vi è in seguito un breve excursus storico sulle originarie forme di design industriale, per poi soffermarsi sulle prime collaborazioni tra designer e imprese. Viene esaminato il caso AEG, che vede nella figura di Behrens (il direttore artistico AEG) un modello di designer perfetto, che ha saputo dare all’azienda per cui lavorava una corporate identity a trecentosessanta gradi, dai cataloghi, agli spazi espositivi, alle pubblicità, sino agli edifici stessi dell’azienda.
Il secondo capitolo si focalizza propriamente sul ruolo strategico del design, quale fonte di innovazione per l’impresa; vengono analizzati i concetti di Thinking Design e di Design Driven Innovation.
Il terzo e ultimo capitolo vuole studiare che valore ha assunto il design per l’impresa Inglesina Baby. Viene messo a confronto lo stile italiano con quello anglosassone, da cui l’azienda trae aspirazione. I materiali e le tecnologie impiegate sono analizzati dal punto di vista del progresso, della tradizione e della tendenza. Ci si sofferma anche sulle collaborazioni che Inglesina ha avuto con le case di moda (Fendi, Swarowsky, Vogue bambino) e con gli artisti; in particolare Inglesina Baby ha una sezione di passeggini non in vendita creata nel 2009 e intitolata “Inglesina d’autore”, queste creazioni sono frutto di collaborazioni con artisti e designer, quali “Le petit nid” di Elvezia Allari, “L’anima del mondo” di Federico Baratto e la “Classica in fili di ferro” di Maela Topa. Infine vengono analizzati e classificati i prodotti dell’impresa secondo l’ottica semiotica di Floch e Semprini.